Fotografie di Alise Blandini
Come si misura il successo di un evento? Qualcuno potrebbe dire contando le presenze attraverso il numero dei biglietti strappati o considerando i sold out raggiunti, tuttavia esiste anche un altro metodo, probabilmente meno scientifico, ma inattaccabile su tutti i fronti. Per verificare empiricamente la riuscita di una rassegna spesso è sufficiente basarsi sulla nostalgia del giorno dopo, quel sentimento che si attacca al cuscino al proprio risveglio e che non molla la presa fino a notte fonda.
Nel mare magnum dei festival che riempiono la nostra penisola non potevamo perderci il TOdays Festival, l’appuntamento fisso dell’estate torinese che, per il quarto anno consecutivo a fine agosto, attira un pubblico proveniente non solo da nord e sud, ma anche da oltreconfine. Durante questi tre giorni di musica, incontri e divertimento il cuore del capoluogo sabaudo batte più forte, le strade iniziano nuovamente a ripopolarsi e la periferica Barriera di Milano diventa il centro di tutto: TOdays è un hangover di emozioni.
VENERDÌ 24
L’arduo ed eccitante compito di spezzare il ghiaccio è riservato ai giovani torinesi Indianizer che portano sul palco dello sPAZIO211 ritmi tribali e tutta l’energia dei loro vent’anni. Seguono a ruota i Bud Spencer Blues Explosion, il duo composto da Andriano Viterbini e Cesare Petulicchio, che rendono elettrica l’ora del tramonto grazie ai vecchi successi e ai nuovi pezzi di Vivi muori blues ripeti.
Mentre il pubblico varca i cancelli dello spazio estivo dello storico locale sabaudo e riempie completamente il prato antistante al palco, arrivano i King Gizzard & the Lizard Wizard, sette tipetti australiani del tutto fuori di testa che nel 2017 hanno pubblicato la bellezza di cinque dischi. Quando noi probabilmente ci chiedevamo se fosse meglio bere un gin tonic o una vodka lemon loro avevano registrato un album. Con lo stesso approccio sicuro che hanno nei confronti della vita, i KGTLW dominano la scena e ipnotizzano chiunque riesca a udirli nel raggio di un chilometro. Testimonianze dirette riportano di persone che ancora oggi, a distanza di giorni, non riescono a smettere di cantare Rattlesnake.
Il momento più atteso della serata spetta, però, ai The War on Drugs, il gruppo rock americano guidato da Adam Granduciel. Esattamente un anno fa usciva A Deeper Understanding, un instant classic consumato tra lacrime bollenti e sorrisi voraci di vita. Nei nostri zaini sono pronte scorte di fazzoletti: lo show può cominciare. Ogni nota è una scossa, tra Panic, An Ocean In Between The Waves e Strangest Thing abbiamo perso il conto di quante volte i nostri cuori si sono infranti e ricomposti. Il trasporto emotivo è alle stelle e si piange fortissimo.
Ci asciughiamo velocemente le lacrime e corriamo in direzione dell’ex INCET dove ci sono già i Coma Cose ad aspettarci. Sotto questo padiglione fino al 1968 si costruivano cavi elettrici, mentre ora è il luogo della notte in cui si consumano le ultime sfrenate danze prima dell’alba. Dopo aver ancheggiato sulle rime del duo milanese che ha conquistato tutti con la loro capacità di mescolare generi e citazioni, con l’arrivo degli inglesi Mount Kimbie l’atmosfera cambia radicalmente. Suoni pieni e vibranti che oscillano tra ambient e dubstep con una grande attenzione per le armonie, sempre smussate, mai invadenti, dolci come le ultime note prima di rendersi conto che il primo giorno di TOdays è sfuggito tra le dita e ci ha lasciato stampato in volto un gigantesco sorriso.
SABATO 25
Dopo un venerdì con il botto anche il sabato non è da meno. A far ripartire la macchina del festival ci pensa il cantautore torinese Daniele Celona che su questo palco presenta in anteprima Shinigami, il singolo che anticipa il suo terzo lavoro in uscita a ottobre, Abissi Tascabili. Le temperature iniziano a scendere e l’afa che inghiottiva l’asfalto nei giorni scorsi è diventata un ricordo. Colapesce e la sua Infedele Orchestra compiono un rituale contro la pioggia allontanando i malumori. Il cantautore siciliano è uno dei protagonisti dell’estate italiana ed è arrivato ovunque portando con sé il proprio bagaglio di emozioni pop e di storie che sembrano leggende. Sul palco di sPAZIO211, insieme a una band di talenti tra cui Adele Nigro AKA Any Other in veste di polistrumentista, Lorenzo Urciullo si mette a nudo dimostrando di aver raggiunto la maturità artistica.
Con l’arrivo degli Echo & the Bunnymen, il gruppo musicale post-punk proveniente dalla perfida Albione cambiano le atmosfere. Per Ian McCulloch occhiali da sole e giubbotto nero d’ordinanza anche se ormai il sole è tramontato e il clima comunque suggerirebbe al massimo di indossare una felpa. L’appuntamento con la storica formazione di Liverpool è atteso dai nostalgici che li seguono dagli esordi, ma anche da chi li ha scoperti strada facendo, spesso guardando film o serie televisive come nel caso di Nocturnal Me inserita nella colonna sonora di Stranger Things. Gli Echo & the Bunnymen ci ricordano da dove veniamo con la cover di Roadhouse Blues dei Doors e quella di Walk on the Wild Side di Lou Reed e ci offrono un momento epico, quasi irripetibile nella sua perfezione, con la luna piena alle spalle del palco e una magistrale Killing Moon da brividi.
I Mogwai sono la vera sorpresa della quarta edizione di TOdays. In primo luogo per aver accettato di subentrare al posto dei My Bloody Valentine che, alla vigilia di Ferragosto, avevano comunicato con un messaggio criptico apparso sulla loro pagina Facebook di non poter partecipare alla rassegna torinese e in secondo, be’… perché sono i Mogwai, diamine! La band scozzese non ha bisogno di presentazioni perché da più di vent’anni porta in alto la bandiera del post-rock. Chitarre potenti, vibrazioni che scuotano le interiora e luci che feriscono la vista: questo è l’incantesimo dei Mogwai. I’m Jim Morrison I’m Dead, Coolverine e Remurdered si ascoltano occhi chiusi mentre l’aria fresca della notte porta via gli ultimi riflessi del sole. “GraziThankYou” a voi, tornate presto a trovarci.
Dal prato verde di sPAZIO211 si corre verso l’ex INCET dove Cosmo è appena salito sul palco. Inutile dire che il pienone era prevedibile, soprattutto qui a Torino dove Marco Jacopo Bianchi è nato musicalmente con i Drink to Me. Il tour di Cosmotronic è una festa che mette d’accordo tutti, dall’amico discotecaro che rimpiange l’Ultimo Impero pur non essendoci mai stato alla ragazza carina della biblioteca che non avete mai visto se non con la testa immersa nei libri fino a quando non la incrociate sotto cassa irriconoscibile con i capelli che ondeggiano da tutte le parti e il terzo negroni in mano. Dopo Cosmo la festa elettronica continua e la consolle diventa incandescente tra Mouse on Mars, Acid Arab e Red Axis.
DOMENICA 26
Il terzo e ultimo giorno di TOdays cade di domenica, il giorno del sole e del party di M¥SS KETA che, insieme alle sue inseparabili ragazze di Porta Venezia, accende il pomeriggio come la migliore delle animatrici di villaggi turistici. Solleone, birra fresca e una festa gratuita con la donna che conta dell’estate 2018, what else? Con Milano Sushi & Coca e Botox ancora nelle orecchie ci incamminiamo per l’ultima volta verso lo sPAZIO211 e sentiamo le budella attorcigliarsi come quando al liceo l’ultimo giorno della gita realizzavamo che qualcosa di bello stava per finire.
Sul palco di sPAZIO211 troviamo Generic Animal alias Luca Galizia, classe ’95 e tanta voglia di aprire il suo cuore. Storie che dondolano tra soul e hip hop e che raccontano i paradossi delle nostre imperfezioni come in SCARPE #1 o Broncio che ci ha fatto rituffare in una notte di inizio giugno, quando sembrava che l’estate non dovesse mai finire.
Capelli come fiamme, sguardo vispo e la chitarra più grossa di lei tra le mani: è Letizia Cesarini in arte Maria Antonietta. Reduce da più di venti giorni di laringite, la cantautrice pesarese non è ancora tornata al massimo della sua forma, ma sul palco lotta con gli artigli presentando le canzoni del suo ultimo album Deluderti e dimostra di aver mantenuto intatta la sua attitudine punk da ex riot girl.
Quando il sole è completamente tramontato a deliziarci della sua presenza è Ariel Pink, l’uomo più folle e incredibile di questa quarta edizione di TOdays. Per farvi capire il Rocky Horror Picture Show in confronto a una performance del cantautore californiano e della sua ciurma sgangherata è una bazzecola. Planato per caso sul palco con il fare interrogativo della GIF animata del “Confused Travolta”, Ariel Rosenberg indossa stivali neri alti fino al ginocchio, ha i capelli in disordine e una richiesta incessante: una bottiglia di whiskey. Incontenibile, senza etichette, un performer a tutto tondo che ha fatto dell’inadeguatezza una virtù. Il suo pop psichedelico ci fa ridere di gusto fino alla fine del suo show quando vira verso lidi più romantici e ci offre una struggente versione di Baby.
Dulcis in fundo gli Editors che proprio qui a sPAZIO211 erano comparsi per la prima volta dodici anni fa all’epoca di sPAZIALE Festival, un anno dopo l’uscita del loro album d’esordio The Back Room. Il successo non aveva ancora travolto la formazione britannica, ma era chiaro che non si sarebbero fermati. Cinque dischi dopo non stiamo nella pelle all’idea di poterli rivedere live su questo palco. La scaletta mette d’accordo vecchi e nuovi fan, attingendo soprattutto da An End Has a Start e In This Light and on This Evening e proponendo in apertura diversi brani di Violence come Cold, Hallelujah (So Low) e Nothingness. Tom Smith è un animale da palcoscenico, attraversa il palco a lunghe falcate indossando una svolazzante camicia color notte e con la sua energia travolgente ipnotizza il pubblico. Sotto il palco tutti sono in completo delirio.
La mascotte di TOdays è un ragazzino sulle spalle del padre – che poi scopriremo in seguito chiamarsi Vic, avere 7 anni ed essere originario del Belgio – non smette per un secondo di suonare la sua batteria invisibile, completamente rapito dai suoni potenti degli Editors, i suoi idoli dalla tenera età di tre anni. D’altronde, come dargli torto, anche noi, nel nostro piccolo, abbiamo fatto una follia per assistere al lungo bis del gruppo di Birmingham, correndo a perdifiato dopo aver accompagnato un’amica in stazione. Magia pura e intensa: una versione acusitca di A Ton of Love e le impagabili vibrazioni di Munich e Papillon. Grazie al cielo sPAZIO211 dista sette minuti di auto da Porta Susa. Gli occhi luccicano ancora.
Se hai un sogno, non mollare. Perché quando lo realizzi fa più o meno questo “rumore” qui.Tre giorni, tutti sold out, trentamila volti. E di ogni singolo istante di questo incredibile #TODAYS18, ricorderemo soprattutto quando, all’improvviso, mani e cuori hanno iniziato a battere tutti insieme.
Questo è il felice bilancio della manifestazione musicale torinese che, anno dopo anno, respira atmosfere sempre più internazionali. Liberi, felici, tristi e svuotati insieme, senza capire davvero cosa sia successo in questi tre giorni, torniamo verso casa non pensando che domani sarà lunedì. Abbiamo incrociato nuovi volti e rivisto vecchie conoscenze, molti legami sono nati e altri sono diventati più forti. I festival hanno la capacità di mettere in contatto le persone e di farle dialogare. Sembra assurdo in un’epoca virtuale popolata da leoni da tastiera, ma i rapporti reali esistono e spesso per crearli basta mettere il naso fuori di casa. TOdays è la nostra scatola dei ricordi che ogni anno viene aperta e riempita di nuove storie. In attesa di scoprire cosa ci riserverà il 2019 stringiamo tra le dita le istantanee di questa edizione, la più esplosiva che abbiamo vissuto.