Thurston Moore – The Best Day

A dirlo sembra assurdo, però lo scioglimento dei Sonic Youth è stata una delle cose migliori che sia mai successa all’indie rock.

Non che avessero cominciato a scivolare su una brutta china: Rather Ripped (Geffen, 2006) e The Eternal (Matador Records, 2009), i loro ultimi lavori, erano ben lungi dall’essere frutto di una band imbolsita e sostanzialmente priva di idee.
E’ che ad ascoltare i lavori solisti degli ex-membri della formazione di New York City c’è solo da stare allegri. Partendo dai Body/Head, duo noise-rock composto da Kim Gordon e Bill Nace fino ad arrivare ai due splendidi dischi di Lee Ranaldo (Between The Times And The Tides del 2012 e Last Night On Earth del 2013, entrambi usciti per la Matador) è impressionante constatare con che indomita passione i nostri abbiano dato sfogo ad una vena artistica che raramente ha deluso.

Dopo l’esperienza acustica corroborata dall’ottima produzione di Beck (Demolished Thoughts, del 2011) e l’avventura coi Chelsea Light Moving, culminata nel 2013 con la pubblicazione di un omonimo disco, Thurston Moore ritorna con The Best Day, uscito, tanto per cambiare, per la Matador Records.

Guardando al passato prossimo della band, l’ex-frontman dei Sonic Youth ripesca le sonorità indie pop di Rather Ripped e le estende con l’attitudine avanguardista che ha caratterizzato gli ep usciti per la serie SYR (Anagrama, Invito Al Cielo e Simon Werner A Disparu, tra gli altri), presentando un disco profondo e per nulla ostico.

The Best Day è un lavoro molto ambizioso, dove lo scontro reiterato tra pop e noise dà alla luce canzoni dalla granitica bellezza come “Speak To The Wild”, “Forevermore” e la stessa title-track.
C’è da dire, inoltre, che se la stella di questo disco brilla così forte nell’affollato firmamento delle ragguardevoli uscite discografiche di questo benedetto 2014, è anche grazie ai musicisti d’eccezione con cui Thurston Moore si è accompagnato: l’inglese James Sedwards (già attivo con i Nought); Debbie Googe, bassista dei My Bloody Valentine e Steve Shelley alla batteria che, con passione stoica, ha suonato in quasi tutti i progetti collaterali dei suoni (ex-)compagni di viaggio.

Ai neofiti piacerà molto, i fan di vecchia data della gioventù sonica lo adoreranno.

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