Musica fuori dagli schemi: quel fuoriclasse di Thundercat

Photoshoot with Thundercat. Shot for London In Stereo Magazine on 2.11.20.

Quarto album in studio per il polistrumentista statunitense Thundercat, al secolo Stephen Bruner. Alle sue spalle una manciata di collaborazioni di assoluto spessore, da Erika Baduh a Kendrick Lamar (con cui ha vinto un Grammy per la canzone “These Walls”), da Kamasi Washington a Mac Miller e Childish Gambino, senza tralasciare tre album con i Suicidal Tendencies. Ascoltando i quaranta minuti scarsi di It Is What It Is, viene facile chiedersi se abbia superato in gran stile il precedente Drunk (2017). E, senza troppi azzardi, la risposta è sì!

Non è solo questione di tecnica eccelsa (e su questo il bassista losangelino Bruner è un fuoriclasse), ma è anche il sentimento che scorre nel fluido susseguirsi delle note, la passione di un personaggio unico, fuori dagli schemi ed inscindibile dalla sua musica.


La produzione è ancora una volta firmata da Flying Lotus per la sua etichetta Brianfeeder e si misura con canzoni per lo più brevi e quanto mai introspettive. Space jazz, prog jazz, psichedelia, fusion, r&b, hip hop, neo-soul sono gli ingredienti della musica di Bruner, artista versatile come pochi e capace di metter d’accordo appassionati di più generi senza scendere a compromessi.

Tanti gli ospiti del disco, tutti in stato di grazia, basti pensare a Steve Arrington, Louis Cole, Childish Gambino, BadBadNotGood, Kamasi Washington, Ty Dolla Sign, Zack Fox, Steve Lacy, Lil B, Pedro Martins. Un team pazzesco che fa da contraltare al basso minutaggio del disco. Calma e furia si alternano e collidono con eleganza, per lenire il dolore della perdita e rimarginare le ferite come accade in Fair Chance e nella title track, dedicate alla prematura scomparsa dell’amico e collaboratore Mac Miller, tra i più promettenti rapper dell’ultima decade.

È un disco che fin dall’overture di Lost In Space/ Great Scott / 22-26 mostra un progressivo crescendo emotivo votato anche all’amore e un pizzico di ironia, che sa districarsi tra più generi e stili senza orpelli leziosi o facili forzature.

Ne sono esempio l’onirica e romantica mise fusion di Interstellar Love (l’assolo di sax di Kamasi Washington è tra le migliori pagine musicali di sempre), l’etereo crossover di I Love Louis Cole, i rimandi zappiani in How Sway, la spiritualità deep soul di How I Feel, acid disco in Funny Thing, le raffinate trame jazz in King of The Hill, l’irresistibile soul funk di Black Qualls (degno dei migliori Parliament), l’umorismo ad hoc di Dragonball Durag, l’eleganza r&b di Unrequited Love.

It Is What It Is è un disco in perfetto equilibrio tra solarità ed oscurità, sintesi del talento artistico di un musicista straordinario che reinventa le sonorità old style e anticipa le nuove tendenze con una naturalezza disarmante. È il disco più bello e maturo di Thundercat, senza ombra di dubbio.

Exit mobile version