Esce oggi per Young Turks, l’etichetta inglese che nel 2009 li ha lanciati sul mercato, il terzo album dei The xx, I See You. L’attesa durata quasi cinque anni ha generato soprattutto negli ultimi mesi una grande frenesia, toccando il culmine ieri, in un susseguirsi di dirette apparse sulla pagina Facebook della band, quando sono stati presentati in esclusiva dai RAK Studios di Londra alcuni dei nuovi brani. Dagli esordi a oggi l’impronta stilistica che ha caratterizzato il trio londinese non è cambiata, ma è facile individuare trasformazioni di ogni tipo fin dal primo ascolto, passando dalle sonorità alla composizione testuale. Non soffermarsi a pensare che si tratti di un album importante per la loro carriera pare inevitabile. L’adolescenza è finita e al suo posto c’è qualcosa di nuovo che forse non possiamo ancora chiamare maturità, ma sicuramente emancipazione.
Ci sono tanti modi per seguire il percorso degli xx: con la testa, con le orecchie, con lo stomaco e con il cuore. I See You è il primo disco in cui gli occhi guidano l’ascolto alla ricerca di luoghi, volti e cose. Non c’è più una cameretta da riempire di musica in notti fredde o in pomeriggi roventi, è rimasto il mondo fuori da esplorare, codificare e raccontare. Se xx era il disco di tre ragazzi che non immaginavano di poter uscire dal loro circuito e ancor meno di sfondare e Coexist era la prosecuzione naturale per chi teme il successo pur prendendo coscienza dei fatti, I See You è una prova di coraggio che porta alla luce qualità e difetti, così come le ambizioni e le paure di una generazione che ha preferito restare ancorata ai pensieri piuttosto che affrontare la realtà.
L’intento degli xx è quello di ripartire da zero per dare vita a un nuovo esordio senza, però, dimenticare quanto sia stato significativo per loro il passato. Le atmosfere avvolgenti e calde del disco sono meno intime di una volta, ma ugualmente familiari. Dopo l’uscita nel 2015 di In Colour, il frutto del lavoro solista di Jamie Smith, abbiamo capito che non sarebbe più stato lo stesso anche per Oliver Sim e Romy Madley Croft. Il tour di Jamie xx è arrivato nel momento giusto, avviando il confronto con il resto della band e mettendo le basi per il futuro. Il carattere internazionale contraddistingue queste dieci tracce che sono state partorite in contesti e in periodi diversi tra l’Europa e gli Stati Uniti. Per questo motivo non dobbiamo aspettarci un prodotto simile ai precedenti.
Ad aprire le danze è Dangerous, e non si tratta soltanto di una frase fatta, un brano che porta la festa con le sue ritmiche caraibiche combinate a percussioni trip-hop, lontano anni luce da Crystalised o da Islands. In I See You nessuno porta la maschera, la strada degli xx è rischiarata da una luce tenue, lo dimostrano le finezze pop di Say Something Loving e di I Dare You o le atmosfere soul e r’n’b di Lips e di Replica che danno un tocco di sensualità all’intera raccolta. Potenti e delicate allo stesso tempo sono, invece, A Violent Noise e Test Me, ibridi tra il passato e il presente, mentre è molto diversa la sensazione scatenata da On Hold, primo singolo estratto e creatura fortemente influenzata dagli ascolti di Jamie xx che si sbizzarrisce campionando I Can’t Go For That (No Can Do), una vecchia canzone di Daryl Hall & John Oates, un duo che tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta riempì le classifiche con il loro impasto di rock and soul.
Quello che preme sottolineare è, però, l’esaltazione delle voci di Romy e Oliver, la grande bellezza di questo disco: due timbri diversi e riconoscibili tra miliardi e che si sposano in mezzo ai contrasti diventando un’unica voce come in Say Something Loving o in Replica. Il ritmo appartiene a Jamie, ma le melodie e questa nuova leggerezza sono l’opera congiunta di Oliver e Romy. Ed è proprio Romy ad accetta la sfida più grande, mettendo la sua voce al centro di due brani difficili per resa e temi come Perfomance, malinconico e intenso sospeso su un tappetto di arpeggi e archi e come Brave For You, una canzone autobiografica che racconta la scomparsa dei suoi genitori.
Mentre i brividi attraversano la schiena e le lacrime riempiono gli occhi, quella sensazione da cameretta che pensavamo non avremmo più vissuto torna prepotente come se il 2009 non se ne fosse mai andato, come se quegli inverni gelidi a guardare il mare da un parcheggio vuoto non avessero mai smesso di tornarci in mente. Gli xx sono in bilico tra l’adolescenza e l’età adulta così come lo siamo noi, a novembre sono saliti sul palco del Saturday Night Live e sul loro volto c’era ancora la paura o forse una sorta di timidezza che è il loro marchio di fabbrica, ma ci siamo stupiti scorgendo pure qualcosa di nuovo: i sorrisi, la felicità vera, ciò che non avreste pensato di vedere dipinto su questi tre ragazzi vestiti sempre di nero. I See you rappresenta la scoperta del mondo, il primo contatto con questo strano universo a cui apparteniamo. Più lo annusiamo più ci rendiamo conto che sono i nostri occhi a creare le aspettative che riponiamo in ogni cosa tutti i giorni.