Voto: 7,3/10
Arrivati ormai al loro settimo album i danesi The Raveonettes sembrano essere giunti ad un punto di non ritorno in cui lo stile, ormai consolidato, viene riproposto senza eccessivi colpi di testa in ossequio al principio secondo cui “squadra che vince non si cambia”. I paragoni coi The Jesus And Mary Chain o i My Bloody Valentine negli anni si sono sprecati ma risultano più calzanti che mai per questa loro opera, rivestita di dream-gaze etereo e sognante, tratteggiato da ammiccanti basi pop. Di certo Observator non è un lavoro rivoluzionario per la carriera del duo di Copenaghen, ma senza dubbio non pecca di mancanza di stile; magari non lo metterete tra le prime posizioni della vostra classifica di fine anno, ma sono sicuro che qualche pomeriggio di ascolti glielo dedicherete con piacere.
Si apre con un primo brano dal sapore estivo, Young and Cold; pochi accordi alla chitarra dal gusto quasi folk danno il via al tutto con semplicità, senza barocchismi. Qualche nota al piano ed una melodia in tonalità minore riequilibrano il mood; cadiamo così nel vortice malinconico di Observations, dove gli echi si sprecano e la sensazione è quella di guardar fuori dal finestrino di un treno in un giorno di pioggia. Un ritmo cadenzato è il tratto distintivo di Curse the Night, in cui di dream pop si può e si deve parlare per l’eterea consistenza dei cori di Sharin Foo e per i toni cullanti. Sullo stesso filone si prosegue con The Enemy, pezzo che colpisce per la sua dolcezza e per il climax del ritornello. I muri di chitarre si fanno più imponenti e Sinking With The Sun risveglia l’ascoltatore coi suoi eleganti cenni di shoegaze. Seguono subito She Owns The Street, meno convincente degli altri brani, banale e troppo ripetitiva, e Downtown, decisamente più riuscita nel suo giro di chitarra sostenuto e squisitamente pop. You Hit Me Down (I’m Down) porta una ventata di tristezza col suo cantato molto contenuto e i decolli sonori dei ritornelli. Chiude infine il disco Till the End, una intro in sordina e poi subito l’attacco in grande stile, caricato di potenza strumentale, per chiudere con un pezzo d’impatto un disco che si è a quasi sempre dipanato su atmosfere dreamy.
Sune Rose Wagner ha detto che questa loro ultima fatica nasce dalla necessità di osservare ciò che li circonda, i luoghi ma soprattutto le persone; e la sensazione che trasmette è proprio quella di uno sguardo, un’insieme di semplici percezioni che, proprio per il loro essere così dirette, giungono all’ascoltatore con un’intensità inaspettata.
In conclusione, l’ultima fatica dei The Raveonettes segue il solco tracciato da Raven in the Grave e, se non si distingue per novità, lo fa senza dubbio per qualità ed efficacia, a testimoniare una volta di più che in Danimarca non hanno solo fiordi e belle ragazze, ma anche buona musica.
Tracklist:
- Young and Cold
- Observations
- Curse the Night
- The Enemy
- Sinking with the Sun
- She Owns the Street
- Downtown
- You Hit Me (I’m Down)
- Till the End