Il tanto atteso ritorno discografico degli Jesus and Mary Chain è finalmente giunto a distanza di quasi 19 anni dall’uscita di Munki, quello che fino a ieri era il loro ultimo lavoro in studio. Quasi scontato dire che non si tratta sicuramente di una delle tante pubblicazioni frenetiche e prettamente con fini commerciali, mossa che al giorno d’oggi viene attuata anche da artisti che tornano in scena dopo decenni di assenza: la band scozzese ha rilasciato un disco davvero ben realizzato dimostrando di sapersi adattare alle tendenze di questi tempi senza trascurare il proprio stile originale, riuscendo così nella difficile operazione di modernizzare il loro classico sound tra il noise pop e lo shoegaze, molto in voga negli anni ’80 e ’90.
L’album parte con una prima triade che si apre con la vivace melodica Amputation (uscita a dicembre come singolo) che ci porta subito nel clima ideale per poter apprezzare al meglio queste nuove chicche, prosegue con War On Peace che parte molto piano, cresce leggermente d’intensità nel ritornello per poi esplodere in un bridge energetico pieno di chitarre distorte e si chiude con All Thing Pass, che al contrario comincia forte ma si contiene sul finale.
Come quarta traccia troviamo il secondo estratto Always Sad, molto orecchiabile come Amputation ed anche il brano meno connesso al sound classico anni ’90 della band. Altri pezzi fortemente meritevoli nella parte centrale del disco sono Song For A Secret, molto pop e delicata ma allo stesso tempo per niente noiosa, e The Two Of Us, dove troviamo una deliziosa tastiera nell’intro e nei ritornelli; mentre è decisamente meno degna di nota Los Feliz (Blues And Green), una ballata troppo pacata e statica che porta facilmente alla noia.
Tuttavia la noia cede subito il posto ad uno spirito prepotentemente punk e aggressivo delle tracce numero 10 e 11 Get On Home e Facing Up To The Facts, quest’ultima in modo particolare. Alla fine troviamo una tripletta di tracce molto diverse tra esse in cui spicca maggiormente Black And Blues, il featuring con la giovane cantautrice e attrice americana Sky Ferreira.
In generale, il merito principale di Damage and Joy è l’aver rispettato a pieno le nostre aspettative aggiungendoci anche qualcosa di nuovo e innovativo non poco spiazzante e sorprendente che si spera continuerà anche in futuro con il rilascio di prossimi album.