The Drums – Brutalism

La musica come mezzo terapeutico: Jonny Pierce, cantante dei The Drums ha messo da parte (almeno nella spensieratezza) il surf rock per affrontare un periodo pesante con la musica e ritrovare sé stesso. Che ci sia riuscito? Forse no, ma Brutalism è sicuramente un bellissimo disco.

“Change my life
everyone is telling me
to change my life
maybe I’m depressed
or maybe I know too much about the world
about myself”


Brutalism è come un diario aperto, che scava in profondità nel mondo di Jonny Pierce: quasi una seduta di terapia, come fossimo il confessionale a cui Pierce parla a ruota libera.

Dopo il suo divorzio infatti, Pierce si è preso del tempo per pensare a come si sentiva, e ha cercato di esorcizzare i sentimenti negativi senza disfarsene. Per fare ciò ha provato a metabolizzarli creando un album molto personale, in cui il surf per cui conoscevamo i The Drums ha lasciato spazio a un misto di indie pop dalle sfumature dream rock e ai passaggi più elettronici.


Ciò che Pierce fa è ascoltarsi nel profondo e buttare fuori tutto ciò che gli passa in mente, con l’immediatezza di sempre, ma un maggior coinvolgimento e forse una maggiore maturità. Anche nella sezione vocale si nota un maggior coinvolgimento e un lato sentimentale più spinto.

L’album, che viaggia su tre canali diversi (elettronico, acustico ed elettrico) di per sé, non rappresenta una novità nel mondo dei The Drums, ma è una reinterpretazione in chiave più emozionale di quello a cui ci hanno abituato (My Jasp), e un ulteriore passo in avanti. Ciò si materializza soprattutto in Loner, dove i fuzz sono più marcati e sbilanciati verso un indie rock tendente al synth.

Touch me where I’m hurting
Hold me when I don’t belong
Kiss away my confusion


La depressione di Jonny Pierce fa ballare: se questo è il modo in cui cerca sé stesso, noi non possiamo che essere contenti di scendere con lui nei suoi pensieri e accompagnarlo nella ricerca.


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