È difficile accettare nella propria vita un pennuto che non porta il nome di Punpun – protagonista del manga Buonanotte, Punpun di Inio Asano, pubblicato in Italia da Panini Comics – e di fatti sfogliare e immergersi negli episodi raccolti in The Artist di Anna Haifisch è un po’ un atto di fede. Alla fine del volume, però, più che ripagato.
Illustratrice nata e cresciuta a Lipsia, Anna Haifisch (classe 1986) esordisce con la sua prima opera nel 2015 per la casa editrice Rotopol e nello stesso anno inizia a collaborare con Vice sulle cui pagine pubblica appunto The Artist, serie di ministorie poi raccolte in volume e recentemente arrivate anche in Italia per la casa editrice torinese Eris Edizioni.
A tutti gli artisti – questa la dedica dell’autrice a inizio volume. Ma chi è il nostro protagonista dall’aspetto spennacchiato e gracilino? Uno sventurato che in giovane età ha pensato bene di darsi come obiettivo quello di diventare un’artista, e si sa: l’arte non serve, non si comprende né si vuole farlo; e soprattutto di arte e cultura non si mangia. E non importa se la matita dietro quest’opera è tedesca e il primo target di pubblicazione statunitense, il respiro di The Artist è così tragicamente universale che arriverà una pagina di questo volume in cui si penserà a quell’amica storica dell’arte pronta a farsi il segno della croce post laurea o a quell’amico fumettista tacciato di realizzare semplicemente degli scarabocchi.
Attraverso poche pagine per episodio, Haifisch infatti ci conduce nella vita precaria di un giovane illustratore, sempre in bilico tra commedia e tragedia; la risata sincera e il dramma di una realtà che piglia sempre più le pieghe del grottesco, col tono sagace ma soprattutto autoironico di chi sa di cosa sta parlando. Haifisch non racconta direttamente di sé – come fa per esempio Julia Wertz nelle sue opere pubblicate sempre da Eris Edizioni – ma è impossibile non pensare a una sua proiezione sul protagonista, e su un mondo dipinto in maniera così caricaturale ma pur sempre autentica.
E il mondo dell’arte è un mondo in cui è difficile incastrarsi, soprattutto per gli individui di una generazione – quella dei millennial a cui appartiene anche Haifisch – che vivono quotidianamente la sensazione di essere allo stesso tempo con un grande bagaglio da offrire e comunque paradossalmente in difetto, quando forse è solo il panorama attuale che non è in grado di accoglierli (e accoglierci) senza piegare al compromesso.
L’universo messo in piedi da Haifisch è infatti costellato da altri animali dalle sembianze antropomorfe pronte a bistrattare il nostro artista impaurito; allestimenti di mostre di arte contemporanea che ricalcano lo stereotipo e contribuiscono a strapparci più di una risata di pancia (come lo sfortunato Lucio Fontana che in una delle prime pagine viene ripreso come Font-Anal); le continue nevrosi tra le scadenze dettate dall’editore e le richieste di lavori a titolo gratuito. E l’autrice passa da un tema all’altro, da un episodio a quello successivo, con capaci cambi di stile: alternando colori, emozioni, ritmo, così da fare diventare il volume una piccola perla da centellinare o un prodotto da bere tutto d’un fiato in base alle esigenze.
Nata infatti come serie di episodi autoconclusivi, non viene mai perso il fil rouge tra un cambio di tono e l’altro; tra la ricerca di pace e sollievo tra le quattro mura della propria stanza, ai viaggi dai colori accesi in una natura al limite del sogno. Anzi, ogni storia contribuisce a dare tridimensionalità al mondo esterno e a quell’emotivo dell’artista.
Non so quanto Anna Haifisch si riconosca nel suo protagonista ma è sempre presente e riconoscibile: per il tratto tremulo e l’uso del colore che ce la rendono subito unica, ma anche per le numerose citazioni (da Van Gogh a Schultz; dall’arte giapponese a Walt Disney) che ci rendono partecipi di ciò che le è familiare.
Quella che potrebbe sembrare una semplicissima opera di intrattenimento – che comunque non manca mai – si rivela infine una profonda avventura nell’animo umano, agitato dalle ansie e le aspettative a cui la società contemporanea ci costringe.