Fioccano articoli su Fabio Volo (persino Il Fatto Quotidiano), non si fa che parlare dei suoi libri, e delle sue vendite incredibili, così ho aperto GoogleBooks per leggere qualcosa di Fabio Volo, lo ammetto, ho ceduto al tempo, ed è stato come ascoltare RDS. Non voglio star qui a sindacare se sia giusto o immorale comprare i libri di Volo, siamo tra gente che dice di leggere Carver insomma, abbiamo un certo vantaggio sul tempo. E non voglio neanche parlare degli articoli in questione, quelli che lamentano una mancanza di cultura in Italia, che ci fa comprare più Volo che Maupassant. E quindi, di come la televisione, e la politica, e la moda del letto a castello, e le fotografie sui giornali delle gonne in pizzo, e la crescente presenza di venditori ambulanti di braccialetti indiani, abbiano portato al terribile impasse culturale italiano. Mentre in Francia crescono le vendite di Maupassant e a tutti i cittadini francesi viene rilasciata la carta d’identità assieme a un cofanetto di Truffaut e ai volumi rilegati di Proust; mentre in Svezia quei pochi che decidono di restare in vita rileggono con un’attenzione ossessiva tutti i premi Nobel della letteratura degli ultimi cento anni; mentre in Inghilterra il popolo ama lasciare scoperta Buckingham Palace per accalcarsi selvaggiamente nelle terre desolate delle sorelle Bronte e scattare fotografie ricordo come dei compulsivi; qui in Italia compriamo Fabio Volo. Ma si può capire bene il perché: anni di berlusconismo ci hanno abbruttito, resi così automi che per evitare il danno culturale tutto italiano provocato da presenze oscure quali Belen (che poi è argentina), ci rifugiamo nella lettura di Volo.
Ho accettato un fatto col tempo, Nick Drake non avrebbe mai venduto quanto Lady Gaga, e io non potevo fare proprio niente per cambiare le cose. Il massimo che potevo fare per invertire di pochissimo il trend era diffondere quanto più potevo Nick Drake, ma alla fine cosa mi sarebbe entrato nelle tasche anche se avessi invertito completamente la tendenza? Niente. È naturalmente vero che alcuni tipi di sensibilità umane siano più portate verso un certo genere di musica piuttosto che un altro, tuttavia l’equazione “ascolto lo-fi dunque sono un essere superiore” è una gran cazzata. Sarebbe come dire: “prima di venire a letto con te devo sapere se ascolti Jeff Buckley”.
Il primo passo sta nell’ accettare la convivenza di Fabio Volo e Maupassant nelle librerie. Non è che sia così grave, a meno che non stiate convivendo con qualcuno che legge Fabio Volo nel vostro letto (e comunque più che un movimento amaro del sopracciglio, e una riconsiderazione della vostra situazione, non mi sento di consigliarvi nulla di serio). Dopo l’accettazione, il secondo passo sta nel non pensarci maniacalmente. Sul serio, è veramente facile: lo so che riuscite a vivere senza pensare ossessivamente ai dieci singoli a giro quotidiani di RDS per tutta la giornata. Con un certo sforzo potremmo addirittura sopravvivere senza ripensare ai danni del berlusconismo sull’epoca del post-berlusconismo. Potremmo perdere il tempo in nuove occasioni oggi, rispondere a Fabio Volo a botte di Raymond Carver, prestare un libro, regalare un disco masterizzato, boicottare RDS e la Rai. Il cambiamento viene da microscopici mutamenti di abitudini, alcuni psicologi dicono che basti cambiare la posizione delle chiavi di casa per non crollare nelle abitudini peggiori: probabilmente, il cambiamento della nostra quotidianità arriverà così, grazie ai versi di una poesia lontana che ci ricorda quanto tempo abbiamo perduto a mandare a memoria quello che chiamiamo ‘abbruttimento’.