Suo.Na @ Maschio Angioino

8 e 9 Settembre 2012

Maschio Angioino, Napoli


Che Napoli avesse anche un centro storico e dei luoghi splendidi in cui poter organizzare eventi sembrava davvero l’avessero dimenticato un po’ tutti. Eppure capita graditamente che a volte ritornino e che il Maschio Angioino ritorni, a distanza di anni, ad essere protagonista della stagione musicale partenopea. Questa volta però la location non sono gli spalti, ma il cortile del castello: una cornice meravigliosa che potrebbe impreziosire un evento qualunque. La prima edizione del Suo.Na, però, non è un evento qualunque, è un festival di musica indipendente di cui questa città sentiva proprio il bisogno, soprattutto in un anno in cui si è vista depredata di molti concerti importanti, a favore della crescita musicale della provincia campana. Due giorni, una line-up ricca e interessante e tanta buona volontà. Si inizia con una precisione svizzera e alle 20 in punto di venerdì sul palco salgono già i Julie’s Haircut. L’indie rock della storica band italica accompagna piacevolmente l’arrivo di buona parte degli spettatori, tra raffinatezze musicali e un piacevole duetto con l’amico di vecchia data Enrico Gabrielli. Dura più a lungo del previsto il set dei Julie’s perchè Lo Stato Sociale è in ritardo e quindi i ragazzi si possono dilungare. Dopo un po’ la band di Torino riesce ad arrivare e calca il palco presentando un set molto minimal, giusto pochi pezzi perchè il tempo è tiranno e bisogna dare spazio alle altre band in scaletta. I ragazzi si prendono poco sul serio, ma sanno coinvolgere il pubblico, nonostante la loro musica non raggiunga mai dei picchi emozionali e resti sempre un po’ sotto le righe. Il tempo di “Mi sono rotto il cazzo” e subito tocca ad una band che suona veramente, mica per finta. I Calibro 35 offrono le loro colonne sonore dal sapore degli anni 70 mescolate tra funky e psichedelia ai presenti. E la risposta non può essere che positiva. Dotati di passamontagna avvertono i presenti che, a differenza degli altri gruppi che suonano stasera, loro non hanno un cazzo da dire. Le loro cartucce infatti sono le esplosioni musicali, i cambi di ritmo e le ottime vibrazioni che riescono a comunicare. Anche il loro tempo scade e sul palco arriva il leggio di ordinanza. E’ tempo di Offlaga Disco Pax. I nostri salgono sul palco e aprono il concerto con “Respinti all’uscio”, tra poesia, ironia e musica di ottima qualità. I riferimenti ai Kraftwerk, presenti nell’ultimo disco, si sentono tutti. E i brani hanno un ottima riuscita live. Max e soci sembrano in forma e trovano il tempo anche di fare qualche incursione nel passato della band, con pezzi come “Lungimiranza”, “Dove ho messo la Golf?” e “Ventrale”. Soltanto “Robespierre”, purtroppo, verrà salvata da quel capolavoro che è Socialismo Tascabile. Peccato! La prima serata del Suo.Na finisce e si ha subito la sensazione che quattro gruppi ci sono stati davvero stretti nei tempi, probabilmente tre sarebbe stato il numero perfetto.

The Day After l’atmosfera si colora ancora di buio pesto, in cui è difficile trovarsi, ma per fortuna le file per i bagni ci illuminano, e Paolo Benvegnù è una conferma per le nostre orecchie. Ci regala i suoi momenti preziosi, infarciti di frasi che ci fanno riflettere, il pubblico è coinvolto emotivamente, c’è chi si perde tra le magiche note e parole del cantautore ancora una volta, anche se è la ventesima volta che si gode il live. Del resto, se c’è una piccola critica che si può fare al Suo.Na è che il cast è un evergreen campano: almeno quello del secondo giorno. Partono poi violenti i Marta sui tubi, tra cabaret e canzone accompagnano il pubblico a muovere il culo, c’è un’aria divertente in giro, i pezzi vengono bene, anche se qualcuno reclama le vecchie canzoni.

Ma la vera star del festival made in Napoli è Giuseppe Peveri, in arte Dente: è lui la vera attrazione pop dell’evento, e lo dimostra subito con qualche battuta delle sue ”dopo l’esibizione dei gruppetti ecco il vero concerto”. I classici di Dente fanno cantare tutti, le coppie si abbracciano su ”Baby Building”, canticchiano sui pezzi nuovi dell’ultimo album come ”Saldati”. Insomma, un bel festival al primo anno che speriamo diventi un classico, anche se l’anno prossimo vogliamo che si osi più coi nomi.

Salvatore Sannino / Giovanna Taverni

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