È già stata definita la sparatoria più sanguinosa negli Stati Uniti d’America, e dire che l’eco di stragi del genere negli Usa si fa spesso sentire qui nella vecchia Europa disunita. Il bilancio della sparatoria durante il festival di musica country Route 91 Harvest a Las Vegas per ora è di oltre 50 morti e 400 (quattrocento!) feriti.
Ancora una volta quello che è successo a Las Vegas dimostra l’insensatezza sulla facilità con cui si possono comprare armi negli Stati Uniti. In Nevada (lo stato dove è avvenuta la strage) è consentita la vendita privata e anche portare armi ovunque. Stephen Paddock – il killer – secondo la polizia aveva con sé ben otto armi diverse. Gli spari sono partiti dai piani alti del Mandalay Hoterl di Las Vegas, dove Paddock aveva messo insieme il suo arsenale. Colpi di mitra sulla folla.
Come al solito – dopo qualche ora – arrivano le testimonianze di chi conosceva il killer. In genere si prova sempre a definirlo come “uomo normale”, ma del resto a chi mai salterebbe in testa di pensare che al tuo vicino di casa, tuo fratello o tua moglie, possa venir voglia di sparare su folle di innocenti così dal nulla. È per questo che si cerca di prevenire i peggiori istinti umani, vietando l’uso di armi da fuoco – perché l’uomo è un bambino debole che avrà sempre bisogno di divieti. Continuare questo traffico di armi irregolare come in un far west non eviterà al prossimo pazzo di sparare dal balcone di un hotel. E così resta il sapore di una domanda irresolubile in bocca.