“Oh, are you scared of me, old me?
Oh, are you scared of what I do?”
Dopo l’EP del 2017 Thrush Metal, la giovanissima Stella Donnelly (originaria di Perth, Australia) pubblica il primo album ufficiale dal titolo Beware of the Dogs. Il disco è uscito l’8 marzo, e non si tratta di un caso: Stella ha 26 anni ed è considerata una vera “eroina folk” del femminismo.
In Attenti ai cani, emerge un significativo autoritratto di quella che è la personalità della giovane australiana. Le sue canzoni sono sorprendenti, in apparenza pacifiche ma piene di angoli taglienti pronti a ferire. Sono racconti che fanno male, situazioni scomode a cui è arrivato il tempo reagire. Bandiera di questo atteggiamento è la prima traccia Old Man, in cui Donnelly inveisce contro i violentatori, e dà un tono al disco. L’argomento è delicato, ma Stella lo affronta usando una chitarra chipper e una voce tranquilla, fresca, quasi distaccata dalla narrazione.
Your personality traits don’t count if you put your dick
In someone’s face
And no it’s never too late, we sat there silently while
You kept your job and your place and your six-figure wage
Stella prosegue il suo racconto con una voce pulita, intonata, piacevole da ascoltare, ma la sua dote principale non è solo la voce: il suo talento è anche quello di riuscire perfettamente ad abbinare le immagini giuste a sentimenti che sono spesso difficili da descrivere. A volte, però, le singole canzoni sembrano più immagini a sé stanti e non parte di un percorso interno ad un unico disco. Questa potrebbe anche essere una scelta consapevole da parte sua, ma che manca un po’ di completezza.
I racconti sono trattati spesso in modo crudo, schietto, e lo si capisce già dai titoli delle canzoni: Tricks, Die, U Owe me, Face it. La battaglia per dar voce alle donne, per la giovane è iniziata più o meno nello stesso periodo in cui i titoli dei giornali venivano sommersi di accuse contro Harvey Weinstein e prendeva vita l’hashtag #MeToo. Boys Will Be Boys, infatti, è uscita nel 2017. Voce limpidissima, vibrato che tocca le corde giuste accompagnato da una chitarra con riverbero. A fare da contraltare al suono angelico della sua voce ci pensa il racconto.
La canzone era un modo per sfogare i suoi sentimenti relativi a una molestia subita da un’amica, ma quella che è iniziata come una storia personale, come spesso accade, è diventata una conversazione molto più ampia a livello sociale.
Why was she all alone
Wearing her shirt that low
They said, “Boys will be boys”
Deaf to the word no
L’espressività della cantante raggiunge la sua vetta con la cruda verità della title track, Attenti ai cani. Si tratta di un brano che inizialmente risulta quasi dolce, ma quest’illusione svanisce se si fa attenzione al testo e all’accompagnamento di batteria e chitarra che creano quasi un eco disturbante e insieme piacevole come può esserlo un rumore bianco. È un viaggio tra strade infestate, case che vanno a fuoco e periferie che costituiscono i lati oscuri della società. Stella sceglie toni tranquilli, ariosi e semplici nell’arrangiamento,per affrontare temi attuali e di portata globale ma soprattutto per denunciare delle situazioni che non sono più accettabili.
Questo disco è una continua tensione sobria tra la necessità di liberarsi della sofferenza e della rabbia che in molti si portano dentro. Stella cerca la sua libertà nelle 13 tracce di questo disco ma forse le sue storie sono troppo grandi per essere contenute nello spazio limitato delle canzoni stesse.