Spiritualized – Sweet Heart Sweet Light

Voto: 7,5/10

Ladies and Gentlemen…Jason Pierce è tornato e, a quattro anni dal precedente “Song in A&E”, sembra avere intenzione di recuperare quel suono straniante che ha fatto di “Ladies and Gentlemen We Are Floating in Space” degli Spiritualized uno dei capolavori assoluti degli alternativi anni ’90. Gli arrangiamenti orchestrali, le melodie profonde, riempite e disturbate da sofisticate impalcature sonore, ritornano a farla da padrone, accantonando le chitarre rabbiose e restituendo quell’amata patina eterea.

Fin dal titolo, questo Sweet Heart Sweet Light mi ha subito portato alla mente il secondo album dei Velvet Underground, White Light White Heat. Probabilmente la mia non è solo un’associazione dovuta ai titoli, ma anche musicale. Il nuovo disco degli Spiritualized, come il successore del bananone di Velvettiana memoria, è un disco fatto di canzoni vere, sporcate da arrangiamenti e strutture (talvolta melodiche, talvolta rumoristiche) che rendono l’ambiente che accoglie l’ascoltatore, luminoso e sognante da parte della band di mr. J. Spacemen, e cupo e oscuro da parte di Lou Reed e company. È una questione di luci e di esposizioni, di colori e sfumature. Come due quadri che condividono lo stesso intento ma sono separati da anni di storia dell’arte ed evoluzioni della tecnica. I riferimenti velvettiani nel disco ci sono tutti, a partire dalla sgamata citazione della lunga e intensa Hey Jane, che della corrosività di quei suoni new yorkesi si nutre e riflette.

Ma come dicevamo, SHSL è un album fatto di squisite canzoni pop, gonfie di pathos e di carisma. Basta ascoltare le istant-classic Little Girl e Get What You Deserve per capire di cosa stiamo parlando. Il classicismo dei Beatles e dei Rolling Stones reinterpretato in chiave dream pop, come sotto l’effetto di un potente allucinogeno (dal rock’n’roll old school di Too Late fino alla delicata finezza armonica di Freedom). Un’operazione pienamente riuscita che non soffre di inutili paragoni con gli album passati della band inglese, che riscopre nei testi un senso di soffusa religiosità, come traspare da uno dei capolavori dell’album: Life is a problem, estemporaneo gospel laico per voci ed orchestra, con tanto di versi in rima (Jesus won’t you be my radio / Broadcast direction where I got to go / Send me your signal, I will will receive / Jesus please be there to take care of me).

Syd Barrett e John Lennon che convivono in piccolo capolavoro di psichedelia melodica. Da ascoltare ed amare, fino all’ultima goccia di luce.

Tracklist:

  1. Huh (Intro)
  2. Hey Jane (video)
  3. Little Girl
  4. Get What You Deserve
  5. Too Late
  6. Headin’ For The Top Now
  7. Freedom
  8. I Am What I Am
  9. Mary
  10. Life Is A Problem
  11. So Long You Pretty Thing
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