Soundtrack for a picture – Bruce Davidson: Frammenti di emarginazione e musiche elettro-malinconiche.


Artista: Little Dragon
Brano: Twice
Album: Little Dragon (2007)

I Little Dragon sono una band elettro-pop svedese formatasi nel 1996. Esordiscono nel panorama musicale il 2007, con un album che porta lo stesso nome della band: “Little Dragon”.  Due anni dopo, nel 2009, esce il loro secondo disco “Machine Dreams”, che confermerà la capacità della band di riuscire a distinguersi dal pop tradizionale e mainstream. Il loro lavoro più recente è “Ritual Union”, del 2011, che ancora una volta non smentisce la natura tutt’altro che banale dei Little Dragon. La loro musica è raramente banale: Presenta numerose contaminazioni, dal soul (pensiamo alla voce della cantante Yukimi Nagano, giappo-svedese) al jazz, al funk. Rimangono tuttavia sempre molto minimali, non noiosi grazie alle loro numerose sperimentazioni che non li vedono, almeno per ora, imbattersi in alcun vicolo cieco.

The Dwarf – Bruce Davidson, The Dwarf and the Clyde Beatty Circus, 1958

La verità è che non c’è molto da dire su questa fotografia. Parla da sé.
Capitava in una giornata grigia, al circo. Forse aveva appena smesso di piovere, come ci suggeriscono delle larghe pozzanghere di acqua e fango a terra, e probabilmente lo spettacolo era appena terminato. In lontananza si intravedono due figure che si allontanano dal grosso tendone a strisce. Il primo piano è riservato ad un clown atipico, se collocato nell’immaginario collettivo. La statura di un bambino, e un’espressione spenta. Ha ancora il volto coperto di cerone, una larga bocca rossa disegnata e una bombetta in testa, ma la sua reale espressione si distacca nettamente da quella del ruolo che riveste “in scena”. E’ malinconica, sconsolata. Una sigaretta accesa, unica compagnia.
In quell’istante di tanti anni fa Bruce Davidson immortala l’immensa solitudine di un uomo emarginato, schernito a causa della sua statura, la stessa che destava le risate della gente durante i suoi numeri, come nella vita. Davidson è un fotografo di anime. Obiettivo altezza viso, linea diretta con lo sguardo del soggetto, e l’immensa bravura di rendere familiare ai suoi soggetti, spesso socialmente emarginati, la macchina fotografica. E’ in questo modo che Bruce Davidson riesce a cogliere momenti intrisi di profonda intimità. “Fotografia” significa “scrivere con la luce”: Bruce Davidson, attraverso i suoi scatti, ha scritto la storia e raccontato le difficoltà di un Clown nano, tale “Jimmy Armstrong”, che lavorava al Beatty Circus.

Bruce Davidson, Oak Park, Illinois, 1933

Alessia Clem Della Ragione

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