Nel cuore della Valle d’Itria, zona ambitissima ed elegantissima dell’estate pugliese, accolti dalle luci e dai colori di Locorotondo, due appuntamenti musicali hanno acceso le notti estive di questa estate ormai agli sgoccioli: gli Air, che hanno incantato il pubblico del Viva Festival, e Marco Castello protagonista del Locus Festival.
Due performance molto diverse, che hanno attirato due generazioni di pubblico, ma entrambe capaci di raccontare un lato unico e melanconico della musica contemporanea.
Gli Air: un viaggio onirico al VIVA Festival
Il duo francese degli Air, formato da Nicolas Godin e Jean-Benoît Dunckel, si è esibito per la prima volta al Sud Italia e ha portato al Viva Festival un’esperienza musicale che è riuscita a trasportare il pubblico in un viaggio onirico tra suoni eterei e melodie avvolgenti.
Il loro stile, che mescola elettronica, ambient e pop, ha creato un’atmosfera surreale per il suo incanto, perfettamente integrati con il paesaggio e la location.
Il concerto si è aperto con le note di “La Femme d’Argent”, traccia iconica tratta dal loro album di debutto Moon Safari, un vero e proprio manifesto che ha reso celebre il duo.
Il pubblico è stato letteralmente rapito dalla magia delle loro note, ha seguito con attenzione una setlist che ha attraversato l’intera carriera degli Air, toccando classici come “Cherry Blossom Girl”, una versione inedita e strumentale di “Playground Love” e la seducente “Sexy Boy”.
Pubblicato nel 1998, Moon Safari ha catapultato Nicolas e Jean-Benoît sul gradino più alto della scala della musica elettronica e ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura pop della fine del XX secolo. Un disco dall’eleganza suadente e dal piglio retrofuturista che da Parigi ha fatto il giro del mondo ed è rimasto negli ascolti fondamentali di milioni di persone a oltre 25 anni di distanza, complice forse anche l’utilizzo che ne ha fatto Sofia Coppola nei suoi film.
L’allestimento scenico, minimalista ma efficace, ha esaltato l’intensità della musica: luci soffuse e proiezioni caleidoscopiche hanno creato un dialogo perfetto con le sonorità avvolgenti degli Air, trasformando il concerto in una vera e propria esperienza multisensoriale.
Marco Castello: la sorpresa musicale dell’ultimo anno al Locus Festival
Dall’altra parte, il Locus Festival ha ospitato un talento emergente della scena italiana: Marco Castello.
Il cantautore siracusano, con il suo sound che fonde jazz, funk e pop nostrano vecchia scuola (un po’ Battisti, un po’ Erland Øye in Sicilia e un po’ Enzo Carella), ha saputo conquistare il giovanissimo pubblico di Locorotondo con i suoi testi un po’ nostalgici, la sua voce sorniona, le melodie sbarazzine e i piedi ben piantati nella tradizione della sua terra.
Castello ha portato sul palco i brani del suo album d’esordio Pezzi della Sera, un mix di suoni retrò e moderni con cui ha saputo creare un’atmosfera calda e coinvolgente.
Brani come “Dracme” e “Empireo Risolti” hanno risuonato nelle campagne del borgo pugliese, trascinando il pubblico in un canto collettivo che ha unito generazioni diverse sotto lo stesso ritmo.
Complice anche il suo successo su TikTok, dato che i suoi brani sono usati come sottofondo per descrivere l’estate italiana da cartolina della Gen Z, insieme con la sua presenza scenica, naturale e carismatica, ha reso la sua performance sul palco un momento di autentico dialogo con il pubblico, dimostrando come Castello sia uno degli artisti più interessanti del panorama indipendente italiano.
La sua musica, con testi che raccontano storie di partenze e addii, sesso romantico a modo suo, sentimenti universali, ha trovato una perfetta sintonia con l’atmosfera super rilassata del Locus Festival.
Questi due concerti hanno dimostrato ancora una volta come Locorotondo sia diventata un crocevia culturale dove diverse espressioni musicali si incontrano e si mescolano. Il Viva e il Locus, con le loro proposte artistiche variegate, continuano a portare in Puglia il meglio della musica internazionale e nazionale, creando un legame indissolubile tra arte, territorio e pubblico.
Un luogo dove la musica non è solo un sottofondo, ma un elemento essenziale che trasforma e arricchisce l’esperienza di chiunque abbia la fortuna di viverla.