L’ottavo disco del duo di Nottingham, arriva dopo l’anno della consacrazione, in cui la notorietà di Jason Williamson e Andrew Fearn, grazie al precedente lavoro Divide and Exit, ha raggiunto vette inaspettate.
In Key Markets, nome di un supermercato frequentato da Jason nella città natale di Grantham, il duo riesce ad implementare la propria musica con elementi completamente nuovi e d’impatto.
Infatti le basi di Fearn sono ricche di nuovi soluzioni sonore, come ad esempio basso e batteria che risultano ancora più ipnotici e paranoici, come in Bronx In a Six , o quasi hardcore in No One’s Bothered. Musicalmente anche Williamson riesce ad espandersi, lanciandosi spesso in essenziali escursioni melodiche che riportano alla luce il cantato crudele e allo stesso tempo ironico di Johnny Lyndon.
Ma fare paragoni con leggende del passato è abbastanza inutile, gli Sleaford Mods sono gli Sleaford Mods. Nella loro musica, così unica e originale, si nascondono velature di post punk quanto elementi cari alla cultura rave, al minimalismo elettronico, all’hardcore e ovviamente anche all’hip-hop.
L’utilizzo di quest’ultimo è direttamente collegato alle narrazioni di Williamson che affina sempre di più penna e lingua. L’uso di un linguaggio sempre più preciso, inferocito ed essenziale, gli permette di risultare sempre più aspramente satirico e credibile, scatenando la sua rabbia e ironia verso tutto e tutti. Quella rabbia verso la politica che ha preso a calci in faccia, più e più volte, la classe operaia.
Sicuramente sono i ricchi il bersaglio preferito di Jason, di cui fa anche nomi e cognomi, ma se la prende anche con coloro che accettano, giorno dopo giorno, lo schiacciamento sociale. Altra vittima del duo, sono sicuramente coloro che dicono di fare e diffondere la musica, come la popolare Dj della BBC Lauren Lavarne, ma anche con chi crede che conciarsi alla moda sia l’unico elemento per diventare un personaggio valido nella società, spiegato in maniera eccelsa in Cunt Make It Up.
Una rabbia palpabile domina Key Markets, accompagnata dalla solita ironia che risulta ancora più scura e urticante.