Sex Education, la serie del momento

Sex Education

Sex Education è la nuova serie televisiva britannica che ha fatto tanto parlare di sé. Distribuita da Netflix l’11 gennaio e ideata da Laurie Nunn, con la regia di Kate Herron e Ben Taylor non è il classico teen drama, nonostante i cliché e gli archetipi tipici del genere. Protagonista è Otis (Asa Butterfield), figlio di due eminenti sessuologi separati, cresciuto dalla disinvolta madre (Jillian Anderson) che sovente lo mette in imbarazzo parlando di sesso. A differenza dei genitori, Otis ha qualche problema nell’approccio alla sessualità — ne ha quasi paura — e non riesce a relazionarsi con i suoi coetanei, se non con il migliore amico Eric (Ncuti Gatwa).

Otis però sa ascoltare e prendendo spunto dal lavoro dei suoi genitori riesce a dare consigli che riguardano la sfera sessuale ai suoi compagni di scuola: così insieme all’amica Maeve (Emma Mackey) dà vita a una “clinica” all’interno della scuola, dove prova a rivolvere i problemi con la sessualità dei suoi coetanei inesperti e dispensare consigli sul sesso. Nonostante la mancanza di esperienza, per Otis in breve tempo la clinica diventa uno strumento per comprendere sé stesso, il rapporto con la madre e con gli altri, fino a superare i traumi che portava con sé fin da bambino.

Ambientato in una cittadina inglese che ricorda i paesaggi di Miss Marple e costellato da un’ottima colonna sonora — il cantante indie rock Ezra Furman ha personalmente curato la soundtrack della serie, con canzoni inedite o tratte dall’ultimo album Transangelic Exodus, oltre ad aver partecipato con un cameo in un episodio — Sex Education è un teen drama, ma l’argomento principale è il sesso. Quasi ogni puntata si apre con una scena di sesso: triviale, ma mai volgare. Il sesso è un gioco, una competizione, un’ossessione, esperienza sociale e social assieme, eppure gli argomenti che ci troveremo davanti di volta in volta sono trattati in maniera profonda, e provano a rispondere ai dubbi di ogni adolescente, mai presentati come qualcosa da nascondere o di cui vergognarsi.


Dai problemi di erezione al travestismo, e ancora vaginismo, sesso orale, sesso anale, fobia del pene: tutta la dose di sentimenti che smuovono queste esperienze viene messa al centro dei riflettori, con un insolito e caustico umorismo che riesce ad attaccare tutto il bigottismo e il conformismo che ancora danno il tormento a un’età così importante nella vita dell’uomo.

In maniera leggera e concreta la serie fa luce sui dubbi che assillano i giovani che si approcciano alle prime esperienze sessuali, rivelando che non c’è nulla di strano nell’avere delle fantasie, delle pulsioni, ma che sia la normalità. Allo stesso tempo riesce nell’intento di infrangere moltissimi tabù generazionali – come quando Otis spiega alla sua amica Aimee che non c’è nulla di male nella masturbazione femminile, si tratta invece di uno speciale momento di scoperta del proprio corpo, o ancora quanto sia sbagliato fingere l’orgasmo con il proprio partner, anzi quanto sia necessario dialogare abbattendo il concetto secondo il quale il godimento della donna debba essere posto in secondo piano (se non addirittura essere inesistente).

L’orizzontalità della trama, a tratti improbabile e assurda, è superata dalla verticalità degli argomenti, importanti e profondi, anche se in alcuni punti sarebbe stato necessario un occhio di riguardo in più. Gli adolescenti sono presentati per quello che sono, con i loro errori, avvolti da una tempesta di ormoni, ma non c’è nessuna velleità nel trattarli come adulti: piuttosto si intravede l’intenzione di farli crescere con l’esperienza, senza fretta, affrontando il sesso come un passo importante senza pressioni e tabù.

Il successo di questa serie tv sta nel presentare il sesso senza peli sulla lingua e senza la pudicizia di altri teen drama, ma con tutta l’importanza e la sensibilità del caso. Uno dei prodotti meglio riusciti degli ultimi tempi a cui adolescenti, ma anche adulti, dovrebbero prestare attenzione, per diffondere il messaggio che non vi è una sessualità giusta e una sbagliata, ma una consapevole, sicura e stupenda, da affrontare senza fretta.

a cura di Aurora Marconi

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