(in alto, l’incontro tra letteratura e musica che non dovrebbe mai avvenire)
Ormai è buona regola creare opinioni su tutto, fare scambio comunicativo ossessivo compulsivo su tutto lo scibile, perciò non ci stupisce se poi al dunque delle favole sull’essere musicisti e fighi, si addensino sempre polemiche sulla fatica del vivere da musicista o sullo stress nervoso da aspirante tale che si carica di spese e noie per il mestiere. Questa settimana entra furioso sulla scena della polemica un blog dal nome che ci ha conquistato tutti per l’alto stile del naming, nonché per i suoi arditi pezzi di contestazione dal basso, il Beppe Grillo dell’indie, dal titolo indiestocazzo. Il pezzo che ha messo in moto un fondamentale dibattito sociale sulla condizione precaria del musicista nei tempi moderni narra la triste vicenda di una band che suona in un pub, e sul più bello viene cacciata via. Sono i tempi in cui Don Chisciotte ha un blog, e Sancho Panza un logo sullo scudo, dunque niente paura!
All’inizio dell’articolo anonimo viene elencata la spesa tipo di un musicista: “una chitarra buona non costa 100 euro”, ci tiene a precisare E puntata. E se ne lamenta, come se il sistema capitalista fosse complice del grande complotto verso i poveri disgraziati che fanno musica. La Fender dovrebbe proprio tirar giù i prezzi. Ma teniamo conto anche di altre spese, il trasporto (che include una sorta di fatica fisica), la benzina, l’autostrada, la sala prove da fittare, e poi tutte quelle piccole vicissitudini quotidiane del vivere da musicista, la paura di sbagliare durante un live, lo stress emotivo, l’improvviso infortunio al mignolo, l’emozione del vocalist o il mal d’auto. Ricordiamo che stiamo anche attraversando due momenti storici fondamentali, la crisi mondiale che ci impoverisce, e la liberalizzazione dei costumi, che ha consentito un’adolescenza travagliata a molti adolescenti, complice di aver sfaldato intere famiglie, sommosso la pubertà e sconvolto il cuore fragile delle nostre giovani generazioni, già ossessionate tra l’altro dal berlusconismo. Fare il musicista è dura, insomma. Da uno studio di un’università svizzera sembra che il 3% degli aspiranti musicisti abbia mollato per stress, il restante per l’aumento del prezzo della benzina. Tuttavia ho una soluzione comoda.
Immagino sia diverso da essere John Lennon, che chissà come ha fatto ai tempi ad emergere dalla massa di Liverpool, con quell’adolescenza così poco cool poi alle spalle. Però è semplice ed economico: due euro per fogli e penna (se sapete trattare) e provate a fare gli scrittori. Cosa scrivere per avere successo? Un manuale su Un adolescente travagliato che cerca di drogarsi insieme a Miley Cyrus potrebbe essere un inizio.