Era stato il troppo amore a dividerli, ufficialmente, quasi quindici anni fa, con due album all’attivo e una comprensione mai davvero completa. È il sentimento di aver perduto una cosa per sempre, accompagnato al trascorrere inevitabile del tempo, a conferire ad alcuni gruppi una specie di sacralità e più giustizia e considerazione di quanto non avessero ricevuto in passato. Una mitologia che aveva avvolto i componenti degli Scisma, in cui il progetto solista di Paolo Benvegnù non bastava per ricordare quel passato che in tanti avrebbero voluto assaporare ancora. A volte, però, ritornano, per un motivo o per l’altro.
Gli Scisma di Mr. Newman, è inutile girarci intorno, non sono più quelli di Armstrong e c’entrano solo in parte le assenze di Danilo Gallo e Diego De Marco. È la vita che cambia le persone, e basta perdersi di vista un attimo per non conoscersi più. Solo pochi amori riescono a resistere davanti alla lontananza e al passare del tempo e sono, probabilmente, quelli più capaci a riaccendersi. Essersi detti addio in un momento in cui non si erano ancora detti tutto, insieme all’inevitabile cambiamento di ognuno di loro, rende questo Ep qualcosa di più di una semplice reunion. Le sei tracce di Mr. Newman sono un condensato di passato e presente e un ritorno dentro un immaginario che pensavamo essere svanito per sempre. La carriera solista di Benvegnù diventa fondamentale e sembra averci sempre preparato per l’arrivo di questo giorno, finalmente ricondotto al suo luogo naturale insieme a Sara Mazo. La poeticità e l’enigma dei testi torna, come mai prima, attaccandosi alla realtà con la loro tipica dolcezza malinconica. Gli anni hanno reso quello che era sperimentazione una realtà consolidata, l’esperienza subentra definitivamente alla giovinezza, Musica Elementare a Tungsteno, Golf a Neve e resina. Tutto quadra, nulla sembra essere mai accaduto. È l’apertura vocale e spensierata di Darling, Darling, o il tempo per una ballata via telefono di Stelle, stelle, stelle a darcene un ricordo, di come poteva essere raccontare gli anni ’90. Il revolver, di Metafisici, tanto fucile che punta verso la preda, quanto il doloroso ricordare, e i dubbi che nascono sul come sarebbe andato tutto se non si fossero lasciati, o se, quindici anni dopo, sia stata una fortuna poterli avere così ma, dopotutto, l’orizzonte è la meta, per noi, quando sei condannato alla lucidità.
Mr. Newman è un bellissimo ricordo, un fragilissimo e preziosissimo film da conservare, per chi sa tenerlo con sé.
Woodworm, 2015