Non è un mistero che ormai da diversi anni il mondo dell’editoria si trovi nel bel mezzo di una profonda, sembrerebbe inarrestabile, crisi. Ce lo dicono tutti, per primi i diretti interessati, case editrici, testate giornalistiche. La sola idea di una fiera della piccola e media editoria nel 2016 dovrebbe suonare quindi come una totale follia, se non come un superfluo ed orgoglioso canto del cigno. Eppure passeggiando fra i tantissimi stand della fiera Più Libri, più liberi tenutasi a Roma in zona Eur durante il ponte dell’Immacolata (dal 7 all’ 11 Dicembre), all’interno dell’imponente Palazzo dei Congressi, non si può far a meno di esser tentati di non dar credito alla situazione per come la conosciamo.
Già partendo dalla pubblicità riservata all’evento si capisce che chi c’è dietro si sta veramente sforzando di coinvolgere più gente possibile. Spazi pubblicitari in metro, volantini in giro per la città e ban pubblicitari su internet. Difatti l’evento è patrocinato e fondato dalla stessa Associazione Italiana Editori, più nello specifico, dalla sua costola interna del Gruppo Piccoli Editori, e quella di quest’anno è stata addirittura la quindicesima edizione. L’intento dichiarato è difatti quello di concedere uno spazio e visibilità a tutte quelle realtà editoriali normalmente schiacciate dai colossi dell’industria. Sarebbe stato inutile quindi andare all’evento aspettandosi di trovare la serie tascabili della Feltrinelli.
I biglietti dell’evento partivano dai 7 euro per l’intero ai 4 per il ridotto, con numerose categorie esentate da qualunque tipo di pagamento, con ben due giornate in cui gli studenti universitari entravano gratuitamente. Fra queste venerdì 9, giorno in cui ho deciso di recarmi a dare uno sguardo all’esposizione. L’intero piano terra dell’imponente location è completamente pieno di stand, forse quasi troppo. Ce ne sono veramente tantissimi, oltre 400 secondo gli organizzatori, in rappresentanza delle più piccole case editrici come di quelle più conosciute ad esempio l’Arcana o la SUR. Ma la cosa più bella non è vedere la quantità di stand e libri, sparsi in ogni centimetro del perimetro dell’edificio, quanto la folla enorme che vi si è riversata all’interno. Probabilmente complice la strategica posizione temporale della manifestazione, le persone che affollano le sale ed i corridoi sono veramente tantissime e quasi tutte girano con parecchi libri sottobraccio e no, non sono presenti solo over 40, ma anche tanti (tantissimi!) adolescenti e bambini.
Sono numerosissime le case editrici specializzate in fumetti e graphic novel, su tutte spicca l’ormai consolidata BAO Publishing, trascinata dalla lunghissima onda di successo del suo autore di punta Zerocalcare, romano doc, presente tutti i giorni, dall’apertura alla chiusura, per firmare i suoi libri e disegnare schizzi con intorno una folla onnipresente che rendeva perfino difficile avvicinarsi allo stand per guardare i libri. Quasi tutte le case editrici hanno applicato uno sconto di base che oscilla fra il 10 ed il 20%, e qualcuno ha avuto anche l’ottima idea di portarsi dietro le copie difettose, con magari refusi o copertine rovinate, vendute a prezzi stracciati. Devo dire che però di base da questo punto di vista mi aspettavo forse qualcosa di più, visto anche il prezzo di partenza molto alto, com’è normale parlando di realtà editoriali medio piccole, della maggior parte dei volumi.
Ho passato un paio d’ore solo nel girare fra tutti gli stand, tra l’altro un’esperienza anche visivamente interessante in quanto è innegabile quanto ormai un po’ tutti cerchino di creare delle copertine e dei lavori grafici interessanti e che in qualche modo catturino gli occhi dell’osservatore, spingendolo magari anche ad avvicinarsi e prendere in mano il libro ed a scambiare quattro chiacchiere con le persone presenti dietro ai banchetti, sempre disponibili e cordiali nello spiegare un’opera od un progetto editoriale a tutti i passanti. Ma Più Libri non è “solo” questo, anzi si può dire che il cuore pulsante della manifestazione siano proprio i tantissimi incontri e lezioni con studiosi, scrittori, giornalisti ed editori, sui più svariati argomenti. Si è passati da conferenze sul rapporto fra il mondo digitale e quello cartaceo a quella sull’introduzione alla musica classica, dal discorso sulla crisi di governo e sul referendum con ospiti eccellenti come Enrico Mentana. Veramente tantissimi incontri tutti molto interessanti e anche con ospiti d’eccezione come lo storico chitarrista della PFM Franco Mussida, Marco Travaglio, Nichi Vendola o il grande Andrea Camilleri, a cui è andato l’onore di chiudere la manifestazione. Solo nella prima giornata parliamo di una sessantina di diversi incontri e presentazioni, gestiti in modo a volte un poco confusionario con ritardi e spostamenti dell’ultimo minuto, ma comunque in modo sommariamente efficace, grazie anche agli spazi dedicati al primo piano dell’edificio, con ben sei diverse sale conferenza.
Al piano terra c’è stato invece lo spazio dedicato agli eventi più “colloquiali”, suggestivamente denominato Caffè Letterario, dove quasi per caso ho seguito un’interessante conversazione fra Pierfrancesco Diliberto, in arte PIF, e Lirio Abbate, giornalista dell’Espresso. L’incontro ha visto i due, evidentemente amici, confrontarsi in modo assolutamente informale sul tema della mafia, presente nei due film da regista di PIF e soprattutto nell’ultimo ancora nelle sale In Guerra Per Amore. Quest’ultimo lavoro sembrerebbe aver suscitato un dibattito all’interno dei salotti accademici circa la disinvoltura con cui l’ex Iena ha trattato il tema dell’appoggio mafioso allo sbarco americano in Sicilia cercato proprio dagli stessi americani durante la seconda guerra mondiale, ed i conseguenti privilegi che la criminalità organizzata ne ha ottenuto, come la nomina a sindaci di importanti esponenti delle cosche mafiose.
Concludo analizzando nuovamente il significato che assume una manifestazione del genere nel ventunesimo secolo. Sicuramente un evento come questo può essere di stimolo per rimpinguare la passione per la lettura e la cultura, oltre che per rinnovare l’amore verso il vero protagonista di tutto: il libro. Pensandoci infatti il mercato del libro può forse ancora trovare una suo collocazione importante, o almeno probabilmente lo farà a breve, soprattutto le piccole e medie case editrici come quelle presenti alla manifestazione. Facendo un paragone infatti con la musica, questa sicuramente si trova in uno stato più avanzato, in cui la fruizione prescinde ormai da tempo il supporto fisico, ma i libri si stanno sempre più avvicinando a questo tipo di realtà, tramite gli ormai arcinoti Kindle ed affini. Di conseguenza la via che probabilmente seguiranno le piccole e medie case editrici per sopravvivere sarà molto simile a quella che stanno seguendo le piccole e medie etichette discografiche, ovvero trattare il supporto fisico per quello che, purtroppo, è diventato: superfluo. E come ci insegnano le cose superflue, spesso questo termine fa rima con esclusivo, curato e anche costoso. Non è un caso che negli ultimi anni le vendite dei vinili siano schizzate alle stelle, così come stia anche tornando il mercato delle cassette, questo perché ormai gli oggetti veri e propri sono comprati solo dagli afiçionados disposti anche a spendere qualcosa in più per un prodotto che sia speciale e curato sotto ogni aspetto. Chissà quindi che anche il mercato del libro nel prossimo futuro non segua questa tendenza, con edizioni limitate e molto curate, un po’ come già fanno le case editrici di graphic novel che offrono sempre delle copertine variant in edizione limitata o magari firmate dall’autore.
In ogni caso solo il futuro saprà dircelo, di sicuro c’è che per ora abbiamo ancora la possibilità di animare un evento unico al mondo come questo, e Più libri più liberi quest’anno ha sicuramente fatto centro nella proposta variegata e molto seria che ha fornito. Invito dunque tutti quanti gli appassionati ad accorrere in massa alla prossima edizione, se amate l’odore delle pagine dei libri e ve ne inebriate come quando si passa davanti ad un panificio che abbia appena sfornato degli sfilatini caldi caldi, beh questo è il posto che fa per voi.