Praticamente una mazzata in fronte. Le probabilità che tu poi conviva con una persona che parte per il Primavera Sound diventano sempre più alte ogni anno (okay, devo dire che personalmente sono in discesa libera). Comunque, bando alle ciance, non è così male restare a Napoli nei giorni del Primavera Sound, e lo dimostrerò scientificamente parlandone in questo live report. E’ una questione di pura matematica, e di relax a sorsi di caffè: in fondo Napoli è una bellissima città, dicono la terza d’Italia! (e poteva andar peggio, potevi passare quei giorni nella quinta!), e poi cazzo, in contemporanea a quel festivaluccio spagnolo c’è Bruce Springsteen che suona a Piazza Plebiscito a un prezzo modico (che supera la settantina d’euro, voglio dire i primi abbonamenti del Ps erano a 90, e stiamo parlando di un palese matematico risparmio di soldi), e per chi fosse sprovvisto di biglietto c’è la meravigliosa possibilità di ascoltarlo comunque: sì, okay, hanno transennato tutta la piazza, non si vede un cazzo, però puoi ascoltarlo, e poi Gigi De Magistris dice che è l’evento dell’anno, che è venuta gente fin dall’estero, che si accampa da tre giorni fuori la piazza, mica puoi dire che non è vero proprio tu che non vali una ceppa a confronto del Boss!
A dire la vera verità di Bruce Springsteen non me n’è mai fregata una mazza, cioè non ho mai sentito niente più di Born in the Usa, e neanche l’avevo messa io quelle volte che mi è capitato di sentirla: però il mondo deve pure avere la sua parte di ragione, cioè i concerti napoletani di piazza – tipo Ligabue, ‘sti fatti qua – non è che fanno il pienone a cazzo, non è che diventano mainstream così da un giorno all’altro, Ligabue deve aver lavorato veramente sodo a quei quattro accordi che l’hanno reso ricco, famoso e per qualche cheerleader pure arrapante. Okay, mentre qui a Napoli va in onda ‘o Boss (battute facili a parte), a Barcellona suonano i Tame Impala: l’ultimo disco dei T.I. l’ho consumato, ma diciamoci la verità è roba vecchissima, siamo onesti sui Tame Impala, hanno pure perduto un bassista in settimana, non sarà un granché di concerto. Grizzly Bear? Wild Nothing? suvvia! Sono solo alcuni tra gli autori dei migliori album del 2012, fuffa insomma, siamo nel 2013!
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Dicevamo, non è male restare a Napoli. E’ il momento migliore dell’anno (la primavera) per visitare la città a piedi, per rubare una guida turistica a Port’Alba e far finta di essere stranieri dell’Alabama, entrare nei vicoletti e farsi borseggiare con una certa eleganza, cadere in un fosso non recintato a tempo, aspettare un bus con fiducia, ascoltare il meraviglioso rosario di maggio nelle chiese della città (what-the-fuck!). E’ il periodo dell’anno privilegiato in cui le signore si affacciano ai balconi, e se vivi dentro un vicolo è tutto un cinguettio di voci del tipo ‘’sta chiuvenn!’’, e commenti del programma tv della sera prima, e commenti sul prossimo matrimonio della figlia di Maria, e manca poco che ti interpellino pure a te per chiederti cosa mettere. A questo punto, in quanto webzine contro culturale indipendente, dovrei dirvi cosa cazzo farvene delle giornate nelle vostre città mentre c’è il Primavera Sound a Barcellona (e siete degli appassionati, che sennò non vale): comprate anzitutto una cassa di birra. E’ fondamentale per la buona riuscita delle giornate, al secondo step consumatela sta cassa. Ascoltate vecchie musiche albanesi per distrarvi dall’indie-sound, anche questo è fondamentale, dopo la prima cassa si è addirittura capaci di trovare questi suoni albanesi metafisici! Dopo l’hangover di musiche albanesi è la volta di aumentare il grado alcolico, scelta libera. L’anno scorso del resto, quando mi ingessarono una gamba il giorno prima di partire per il Ps, ho resistito così bene grazie all’alcool che quest’anno è una volgare passeggiatina (nel senso che posso passeggiare, come se me ne fregasse qualcosa di andare a passeggio). Sarà bene andare a prendere scorte di caffè per stare coperti in caso il tuo salumiere lo finisca e ti dica come fosse normalissimo, ‘’ora non c’è, ma mio figlio è andato a prenderlo in macchina, passa tra dieci minuti’’, e tu passi dopo una mezz’ora e lui ti fa ‘’vabè, avrà trovato traffico, passa dopo!’’ (Napoli 2013: ti amo; se twittassi lo twitterei di continuo).
Se il tuo livello di ossessione compulsiva è medio-alto cerca di evitare facebook, soprattutto se hai tra i contatti il miglior aggiornatore italiano sul Primavera Sound: rifugiati su tumblr semmai, potresti sempre sfogliare sfilze di fotografie di ragazzette che hanno ‘’venti anni e qualcosa’’ (attendibilità del risultato: zero). E’ il buon momento per andare in giro allora, le stelle sono dalla tua parte e l’oroscopo della settimana è sprizzante di gioie e favori: è per questo che l’ombrellone di un bar spinto dal vento cadrà proprio sulla tua testa e non su quella del vicino americano che se ne sbatte del Ps. Potresti sempre dedicare il tuo tempo a una retrospettiva di cinema australiano, se non fosse che mentre vedi quel certo film australiano d’essai ti appare Nick Cave e ti dice ‘’che cazzo stai facendo?’’. Okay, potresti organizzare una serata romantica, se non fosse che la persona che hai invitato potrebbe dirti da un momento all’altro ‘’scusa puoi mettere un po’ James Blake in sottofondo?’’, che già in un momento normale potrebbe risultare l’incubo di una phantasmagoria non lucida. Nel letto ti rimbalza il sound di Mac DeMarco, e la notte ti svegli sudato sognando Kurt Vile che si fa Melody’s Echo Chambers, con Springsteen che fa il voyeur. Arrenditi – prima che sia tardi – ai tuoi tentativi, goditi lo streaming sul canale ufficiale del Primavera Sound. Del resto, i Deerhunter furono splendidi due anni fa sotto un palco magico a caso del Pd, e lo saranno anche stavolta.