Racconti della domenica #4: Gradini

Continua l’appuntamento con i Racconti della domenica a L’indiependente, la sezione interamente dedicata al racconto, curata da illustrazioni o fotografie originali. Dopo il racconto numero zero “Caffè da Berlino“, accompagnato dagli scatti della città, “La camicia”, con le illustrazioni di An, e “La cucina luminosa”, racconto illustrato da Abise Mūru Kai, e “Luglio”, insieme alle fotografie di Susanne Maude, oggi è il turno di Alessandro Del Vecchio con “Gradini”, accompagnato dalle fotografie di Anna Chasovskikh.
Se volete contribuire ai Racconti della domenica potete farlo inviando i vostri contributi a lindieracconti@gmail.com. Racconti, illustrazioni, fotografie, leggeremo e guarderemo tutto con attenzione, e i migliori contributi saranno pubblicati. Non resta che augurarvi un po’ di sano relax, mettervi comodi, e dedicarci un po’ della vostra domenica.

 

Gradini

di Alessandro Del Vecchio

 

Gli alberi iniziano a cambiare colore e soffia un vento nuovo, eppure tu non parli del tempo.

Mi hai chiesto subito il nome, con un accento un po’ forzato, e se fossi lì di passaggio o per restare.

In un francese più assurdo del tuo ti ho raccontato il prologo della mia nuova vita. Sono a Parigi da tre giorni.

Parto per cambiare strada mi sono detto.

Spezzato anche l’ultimo legame.

Sono a casa, sfoglio la galleria del telefono. Ritrovo una foto scattata qui quell’unica volta che ho visto la città da turista. Un parco, due file parallele di alberi nudi. Io e lui.
Non ci toccheremo mai più come quegli alberi ed è per questo che scelgo proprio Parigi.
E lo racconto a te che resti ad ascoltarmi su questa panchina, senza fare più domande. Ascolti. Hai capito che sono solo. Ti soffio addosso ricordi e nuove speranze.

Ho finito. Ci guardiamo.

So che mi stai leggendo dentro, e te lo lascio fare, subito, adesso, per la prima volta decido di non chiudere gli occhi.

Resti a fissarsi istanti eterni. Poi sorridi.

Vieni con me – mi dici – tradendo le tue origini spagnole. Mi sento al sicuro. Ti seguo.

Mi conduci per vicoli che non avevo mai visto ma profumano di una Parigi nuova, reale.

Un signore suona il violino, una signora vende fiori. Tutto comincia ad avere un ordine.

 

 

Un ponte, un viale, una stradina. Una minuscola piazza.

Non hai parlato per tutto il tragitto ma alla fine esplodi.

Eccoti a casa.

Apri la porta, mi dai la mano e mi accompagni per nove gradini.

Nove. Nove come il nove settembre di nove anni fa.

Proprio questa mattina abbiamo dipinto insieme quell’ultimo gradino.

Ricordi la paura del primo anno? Sporchi di vernice verde avevamo paura che non saremmo stati tanto fortunati da stare insieme per almeno nove anni.

E invece oggi prima di uscire mi hai detto che presto la lasceremo questa casa, l’agenzia ne ha trovata una perfetta per noi.

Hai chiuso gli occhi e hai sussurrato: diciotto gradini.

 


Alessandro Del Vecchio è aquilano, classe 1988. Infermiere nella realtà. Divoratore di libri nel mondo dei sogni. Influenzato dalla scrittura Shakespeariana e affetto da Janeite, vivrebbe di lettura e tè.

Anna Chasovskikh, russa, parigina d’adozione, ex studentessa di architettura, trova la sua vera fonte di ispirazione nel disegno, la pittura e la fotografia. Nei suoi lavori cerca di esplorare la creazione di forme astratte che evocano oggetti e luoghi reali, allontanandosi dalla geometria pura verso la geometria d’atmosfera. 

 

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