Ra Ra Riot – Beta Love

Voto: 7/10

Saranno state le variegate e sfarzose strutture architettoniche della Syracuse University – dove la band si è formata – oppure le atmosfere danzanti e lattiginose delle varie feste organizzate tra le case delle avenues di New York, o ancora le influenze revival dettate dagli Editors ai quali facevano da “spalla” nei tour britannici a forgiare l’anima prevalentemente english-baroque dei Ra Ra Riot. Qualunque cosa sia stata, ora Wes Miles e compagni sono tornati (dopo il deludente e noioso The Orchard) con un terzo album dal titolo Beta Love, il quale segna decisamente un passo in avanti per la loro musica.

Prodotti dalla Barsuk Records, casa discografica di Seattle – che ha avuto come merito su tutti quello di aver portato i Death Cab for Cutie alle migliori composizioni – i Ra Ra Riot hanno attraversato una storia travagliata. Il caso più eclatante legato alla loro genesi è stata la morte del loro ex-batterista John Ryan Pike, scomparso in circostanze misteriose durante un party a Buzzards Bay’s e ritrovato il giorno dopo nell’oceano. Tutto questo avveniva nel giugno 2007 (le indagini per capire cosa sia successo sono ancora in corso) e un mese dopo sarebbe uscito il loro omonimo EP per Rebel Group.

Ritornando a Beta Love, quest’ultima opera si apre con una dichiarazione di intenti, Dance with Me, probabilmente un po’ ironica, che però può essere considerata contemporaneamente sia un’introduzione che un manifesto: «come and dance with me / bitter sweet fool / I wanna be your toy / I wanna be your toy», sembra quasi un esortazione a considerare il disco come un giocattolo con il quale si può ballare, con il quale ci si può semplicemente divertire con una sana, ritrovata ma mai scontata leggerezza.

L’album infatti prosegue immediatamente con Binary Mind che inizia come se fosse una saltellante hit anni ottanta, susseguendosi con la title track Beta Love, anch’essa allegra ma leggermente più mansueta, tanto da ricordare un Mika astemio che ha deciso di fare musica un po’ meno sfarzosa e soprattutto meno autocelebrativa. Si giunge poi alla frenesia revival di For Once spedita in sala direttamente da una qualche volontà swing un po’ inconscia, ma che lascia spazio alla festa da college nella quale Miles e soci sono immersi.

Musicalmente parlando ritroviamo un po’ tutti quegli elementi tipici – ma ben remiscelati e armonizzati – del già citato baroque: il cantato in falsetto; la sana commistione tra musica classica basica e pop rock;  synth ed elettronica convivono pacificamente con strumenti musicali quali violini e violoncelli; le linee melodiche sono semplici, spesso orecchiabili e facilmente ricostruibili, molto lontane da qualunque influenza prog. Nulla di azzardato o particolarmente fuori dagli schemi, forse solo That Much si differenzia in quanto ad elaborazione, con dei piacevoli riff che si alternano ad un’ottima ritmica che vede un Miles silente lasciare spazio agli strumenti. Una piccola nota di demerito va a What I Do For You che sembra messa là un po’ a caso, priva di sostanza con dei bassi più fastidiosi che altro allo scopo – non riuscito – di spezzare l’album.

È necessario aggiungere che l’ultimo “giocattolo” dei Ra Ra Riot lascia spazio anche a qualche momento riflessivo, come nell’intimista “When I Dream” nella quale si ritrova il violino evocativo e trasognato di Rebecca Zeller accompagnato dal canto ben dosato di Wes Miles che ci racconta delle sue personali visioni e sensazioni [«I ride the dogs on the lake / under the lights / A frozen breeze / Wanna be there / could’ve been more / suddenly thought / don’t change»]; è un pezzo che aggiunge spessore al lavoro complessivo oltre che a proiettarlo per qualche minuto in un contesto più serio.

Abbiamo di fronte un prodotto buono, che va preso per quello che è nella sua onestà introduttiva: un giocattolo capace di qualche sorpresa, con il quale divertirsi ed ondeggiare senza troppe pretese. Non ci ritroviamo tra le mani un disco di sperimentazioni musicali intrise di originalità e magnificenza, ma di costanti rivisitazioni ben fatte di cose già elaborate e ascoltate, gestite e riproposte con padronanza ed efficacia nella consapevolezza di stare producendo semplicemente della buona musica.

Tracklist:

  1. Dance With Me
  2. Binary Mind
  3. Beta Love
  4. Is It Too Much
  5. For Once
  6. Angel, Please
  7. What I Do For U
  8. When I Dream
  9. That Much
  10. Wilderness
  11. I Shut Off
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