Il lungo viaggio dalla Sicilia alla Lettonia di un quintetto musicale

Cinque ragazzi e un maestro. L’estate e la musica che l’accompagna.

Quintetto d’estate è il nuovo romanzo di Giuseppe Raudino, uscito poche settimane fa per Ianieri Edizioni. L’autore, che dal 2009 insegna all’università di Scienze Applicate di Groninga, nei Paesi Bassi, presso il corso di laurea in Comunicazione Internazionale, ha già pubblicato altre due opere di narrativa: Mistero nel Mediterraneo (Genesis publishing, 2019) e Stelle di un cielo diviso (Polidoro editore, 2019).

“Tulipani. Profumo di tulipani. Un profumo dolce, penetrante, di quelli che si imprimono senza sforzo nella memoria, che lasciano una sensazione di benessere indefinito malgrado a volte possa rasentare la stucchevolezza. Un profumo tutt’altro che delicato, un profumo melato ma violento, che si impone come quel calore primaverile prossimo a esplodere nell’estate.”

Il romanzo di Raudino segue le vite di cinque neodiplomati al conservatorio Santa Lucia di Siracusa che, con la spensieratezza dei vent’anni, si preparano a inseguire i loro sogni. Tutto cambia quando un giorno uno dei maestri del conservatorio li convince a seguirlo a Riga, in Lettonia, per formare un quintetto che si esibirà in occasione della cerimonia di premiazione per un riconoscimento che il docente ha vinto. Il lungo viaggio dalla Sicilia alla Lettonia si profila come un percorso di crescita personale più che come un semplice spostamento geografico; infatti sarà il collante perfetto per realizzare il progetto di un gruppo compatto, un quintetto che risponda all’idea di una prima persona plurale, mentre all’inizio i personaggi si muovono come schegge impazzite, individualità senza punti di riferimento né obiettivi chiari. Un ideale estetico preciso, fondato sulla ricerca della bellezza e di una perfezione quasi utopistica, sembra invece dominare l’esistenza del maestro di musica che spicca per saggezza nel groviglio di forze centrifughe di cui si compone il romanzo.

Queste settimane in giro per l’Europa daranno loro il tempo necessario e la possibilità di conoscersi meglio, di sviluppare un’idea di condivisione basata sull’amicizia e il rispetto reciproco. La musica segue il loro percorso di crescita tipico del Bildungsroman e si dimostra la giusta chiave interpretativa del romanzo: infatti per essere dei bravi musicisti non è sufficiente essere in grado di suonare il proprio strumento, si può suonare anche in modo eccezionale, ma in un’orchestra bisogna che tutto funzioni nell’insieme.

L’esperienza musicale dimostra come sia necessario mettersi al servizio dello spartito e del gruppo, sottrarsi all’individualismo dilagante di questi ragazzi, che in realtà non sono altro che un riflesso della generazione a cui appartengono, per fondersi l’uno con l’altro mettendo da parte i desideri e l’ansia di protagonismo.

Calliroe è sicuramente il personaggio più affascinante. La ragazza, il cui nome è già un omaggio alla cultura classica (infatti in greco significa “bella sorgente”), mescola talento e fragilità consegnando agli altri un’immagine di sé misteriosa, contraddittoria, perennemente incompleta. Calliroe suona il clarinetto basso, uno strumento dal timbro cupo e profondo come la sua personalità. Si dimostra fin da subito un personaggio travolgente, che si lascia guidare dalle emozioni e non risparmia nessuno, come un flusso d’acqua. Imperturbabile in condizioni di quiete, incontenibile nei momenti di tempesta. Se la musica è la corrente che accende e dà luce a questo viaggio, le singole storie d’amore serpeggiano all’interno del gruppo e fanno parte di quest’esperienza di formazione. Stefano e Ileana si sono amati e possono tornare ad amarsi, tra Fabrizio e Martina è scoppiato l’amore, Calliroe deve convivere con quel contraddittorio sentimento che prova per il maestro. Tutto questo li porterà a nascondere le proprie illusioni e fragilità dietro la forza e la sicurezza che si è instaurata nel gruppo, li spingerà a diventare un corpo unico e indistruttibile. Un unico e indissolubile quintetto d’estate.

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