Qualche tempo fa, su queste pagine vi parlammo positivamente di un mini album dal titolo Death Report, che era il primo lavoro dei Quai du noise.
Bene, il duo formato da Pale Ciciniello e Matteo Russo, ha deciso di proseguire la sua ricerca sonora fino a dare alla luce un lp, dal titolo Echo Sounder.
Se, da un lato, il titolo indirizza l’ascoltatore all’ambito tematico che ha ispirato i due musicisti, dall’altro dice molto anche del metodo che i due hanno usato.
Già perchè l’eco-scandaglio è uno strumento di utilizzo prettamente marinaresco e, già dalla iniziale Bora, ma anche nel synth liquido e vorticoso di Fetch, o ancora in Lighthouse keeper (letteralmente “guardiano del faro”), questo è un disco profondamente intriso di mare.
Mare le cui profondità vengono analizzate dalle onde sonore che l’eco scandaglio emette onde che rivelano ciò che vi si nasconde grazie al loro rifrangersi sul fondale.
E puntando i propri suoni su quanto i più grandi autori del secolo scorso (da Stevenson a Turner, da Conrad a Shackleton) hanno scritto e dipinto sul mare, i due hanno ottenuto rifrazioni che disegnano gli scenari profondi dei luoghi di queste opere; luoghi non geografici ma emotivi.
Il risultato, frutto dell’incontro di disparate esperienze musicali che accostano la cassa dritta alla chitarra riverberata, il synth effettato al pianoforte, è teso a coinvolgere profondamente l’ascoltatore con un suono che rispetto al mini album precedente ha subito un intenso labor limae uscendone decisamente più maturo, pur senza concedersi leziosità inutili.
I Quai du noise con i 40 minuti di questo loro primo lavoro, ben si collocano in quella scena elettronica italiana contemporanea che rielaborando influenze straniere (in questo caso per fare un nome su tutti, a me vengono in mente i Mount Kimbie) in modo assolutamente personale suonano musica che fa del coinvolgimento emotivo la sua cifra principale.
Edison Box, 2015