Playlist | Lunga vita alle chitarre

In troppi le hanno date per spacciate nel corso degli anni, eppure le chitarre sono sempre state parte fondamentale del processo creativo musicale, anche mentre si andava virando verso lidi fatti di sintetizzatori e autotune. Abbiamo scelto di creare una playlist per celebrare il ruolo chiave delle chitarre, mettere in evidenza la loro importanza, asserire con forza: “siamo ancora vive”. Nonostante il passare del tempo, infatti, qualche nome – anche all’esterno del circuito rock più puro – continua a usare le sei corde per creare percorsi sonori che si distinguono. Qui trovate alcuni brani usciti negli ultimi dieci anni, raccolti per celebrare il ruolo delle chitarre nella musica contemporanea. Il resto di questa difficile scelta lo trovate nella playlist dedicata a questo articolo su Spotify.

Partiamo dal post punk degli irlandesi Fontaines D.C. che in Too Real ci chiedono come un mantra “è troppo reale per te?”, riportando nel 2019 la memoria a melodie di gruppi storici come i Clash, ma anche cavalcando l’onda del successo ottenuto dall’indole grintosa e arrabbiata degli Shame e degli Idles l’anno scorso. Proprio questi ultimi, bristoliani, nel 2018 ci hanno colpito dritto allo stomaco con un disco dove le chitarre erano taglienti come lame.

Tra le influenze dei Pavement, e il post-hardcore dei Fugazi e Husker Du, i Parquet Courts, hanno graffiato le nostre orecchie con l’immediatezza del garage rock, definendosi “conductors of sound, heat and energy” già dalle prime battute di Total Football, il primo brano di Wide Awake (2018).

Sempre nel 2018, un altro nome ha usato con gran perizia il suono della chitarra all’interno del suo lavoro solista: Albert Hammond Jr (The Strokes), veicolando in Francis Trouble le sonorità che hanno reso celebre la band.

Se torniamo invece a una decina di anni fa, al 2009, troviamo I Had The Blouse But I Shook Them Loose dei Bombay Bicycle Club, con effetti stereo che fanno agitare alternativamente le casse, da destra a sinistra e viceversa. Degni eredi indie pop dei compagni londinesi Bloc Party (vi ricordate Silent Alarm?), che poco dopo avrebbero lasciato lo scettro ai Foals di Antidotes. Altra pietra angolare di chitarre danzerecce che azzeccano giri perfetti con suoni acuti e catchy in What You Know e Undercover Martyn, nascoste in Tourist History dei Two Door Cinema Club. Rimanendo in ambienti indie pop i !!! (Chk Chk Chk) in Thr!!!er (2013), creano giri di chitarra freschi e fascinosi simil-Franz Ferdinand in Even When The Water’s Cold, ricchi di effetti wah wah.

Se in questo breve excursus di dieci anni avete ritrovato la voglia di riscoprire il fascino delle chitarre potete continuare andando ad ascoltare la playlist dedicata al rinascimento e ad alcuni virtuosi contemporanei delle chitarre qui.

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