Sotto al palco delle OGR di Torino c’erano mondi, generazioni e sguardi. Affamati di tornare a viversi il rock dei Pixies. Alle 21,59 sono partiti i primi fischi. Alle 22,01 le luci si sono abbassate ed è iniziato il viaggio. Un turbinio di due ore, guidato da Black Francis, Joey Santiago, David Lovering e Paz Lenchantin, tra salti nel passato e scorci disillusi nel presente con il nuovo album Beneath the Eyrie. Con Cecilia Ann, dopo l’intro degli apprezzati Blood Red Shoes, hanno aperto sul loro mondo distopico tra i piloni della location industriale, con gli altri 37 brani in scaletta, suonati dritti e senza respiro, hanno re-insegnato a vederlo. E non si sono fatti attendere i picchi di entusiasmo generazionale su Where is my mind ed Hey, unici brani ad aver scatenato le mani al cielo armate di smartphone per immortararli. Perché per tutto il concerto non c’erano luci di schermi ma sguardi, in cui si sbirciavano viaggi interni, ricordi, sensazioni, momenti di vita vissuta e anche sogni infranti. Di quando si pensava che l’arte potesse cambiare il mondo, e che un giro di chitarra sarebbe stato capace di smuovere le menti di generazioni. Perché allora lo faceva, e anche un po’ oggi. Di sicuro alle OGR in tanti hanno riniziato a crederci.
Parole di Cristina Palazzo
Fotografie di Alessia Naccarato
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