Periferica #ArtIsAct: il festival digitale del Fusolab 2.0

Il Periferica #ArtIsAct è la dimostrazione che di posti come il Fusolab 2.0 ce ne vorrebbero a centinaia in tutta Italia.

Pochi giorni fa si è concluso il Periferica #ArtIsAct, il corposo festival di arti interattive e digitali organizzato dall’Associazione Fusolab 2.0, che ha riempito la settimana capitolina di installazioni, games art, workshop, talk, live, djset e persino laboratori didattici per bambini.

Il tutto si è svolto sotto l’insegna dell’arte interattiva digitale, un tipo particolare di forma artistica che trova ragion d’essere solo attraverso la presenza di un pubblico attivo e orientato all’interazione. In una nota degli organizzatori possiamo infatti leggere che “lo spettatore diviene “spett-attore” e l’opera stessa non esiste se il fruitore rimane passivo. Questo concetto si mutua nella città che prende forma solo se gli abitanti partecipano alla sua costruzione e al suo sviluppo”.

I ragazzi del Fusolab 2.0 hanno quindi tentato l’esperimento, conclusosi a mio avviso con estremo successo, attraverso tre aree: “Live performace”, area attraversata da una rassegna di musica elettronica (che ha visto il suo culmine nell’ultima serata) vjing, live cinema, danza interattiva, videomapping achitetturale (organizzate all’interno del suggestivo complesso della Chiesa di San Giustino e sulla facciata della metro di Centocelle) e video teatro; “Interactive experience”, area dedicata alle installazioni artistiche, all’interaction design e alla gaming art; “Learning Act”, momenti di formazione e di confronto, senza dimenticare anche lo spazio dedicato ai laboratori per i più piccoli.

L’uscita della metro di Repubblica, il video-mapping di Centocelle e quello della Chiesa di San Giustino

Come detto, il Periferica non si è limitato soltanto a popolare la struttura del Fusolab 2.0 di arte, musica e teatro, ma ha coinvolto interi pezzi della città. In collaborazione con Atac infatti il festival ha proposto due momenti particolari: la scala musicale della Stazione di Repubblica, un progetto interattivo chiamato “Play Metro” a cura di Luca Frogheri e Jacopo Diamanti del collettivo Fusolart. Le immagini e il video parlano da soli: l’installazione ha coinvolto passanti e turisti che si sono divertiti ad “interagire” con l’opera, “suonando” l’intera stazione sulle scale della metro.

Anche la stazione di Centocelle si è colorata di arte digitale attraverso il videomapping architetturale che ha dato nuova vita alla stazione.

Il mapping che però ha impressionato di più il sottoscritto è stato quello alla Chiesa di San Giustino, le cui immagini, per quanto belle e di ottima fattura, non rendono giustizia all’effetto che ha creato negli spettatori che hanno potuto godere dello spettacolo:

Il cuore del Periferica

Uno degli organizzatori con cui ho avuto il piacere di parlare, Manuel, mi ha illustrato il cuore del progetto di fronte all’installazione che vedete qui sotto. Alla mia osservazione sul fatto che il Fusolab dovrebbe essere più popolato e magari ubicato più verso il centro o in zona universitaria, Manuel mi ha risposto dicendomi che non era la direzione giusta per loro: il festival “Periferica” è stato chiamato così proprio perché il Fusolab 2.0 vuole essere un “polo” per quella zona. Spostarsi dalla Casalina o allontanarsi radicalmente dalla Togliatti non avrebbe alcun senso (difatti, in sottofondo, se aguzzate le orecchie, potrete sentire la voce robotica della stazione di Centocelle che annuncia il prossimo treno in arrivo).

 

Manuel mi ha poi condotto ai piani superiori della struttura, facendomi da guida attraverso le varie sale dedicate alle installazioni digitali interattive (alcune delle quali davvero sorprendenti e divertenti) e al gaming; era presente infatti una corposa sezione dedicata a “videogiochi d’arte”, in collaborazione con la Ubisoft e con associazioni ludiche che hanno messo a disposizione le proprie attrezzature e il proprio know-how per permettere ai visitatori la fruizione di giochi particolari, non reperibili facilmente e che incorporavano elementi sperimentali ed estetici di una certa importanza.

 

 

La musica, componente fondamentale

La musica al Fusolab 2.0 non è mai mancata: in quel luogo infatti ha sede anche Fusoradio, una radio libera che trasmette quotidianamente un proprio palinsesto strutturato. Durante il festival si sono avvicendati sul palco numerosi artisti e performer elettronici e l’ultima serata è stata movimentata da una serie di gruppi e dj, tra i quali mi sento di segnalare in modo particolare “Vaghe Stelle” e “Casa del Mirto“.

Loro, probabilmente più degli altri, hanno animato in modo interessante il festival attraverso ritmi elettronici non particolarmente innovativi, ma perfetti per il contesto: un contributo fondamentale per l’aria di novità che si respirava (e che, sono sicuro, si respira anche adesso mentre scrivo) all’interno del Fusolab 2.0.

L’unica nota dolente che mi sento di segnalare è che quel luogo meriterebbe una platea decisamente più vasta: un’offerta del genere avrebbe da popolare ben più di tre piani e mentre mi trovavo all’interno della struttura avevo la netta sensazione di non essere nemmeno in Italia. Mi sentivo da qualche altra parte, tipo al centro d’Europa, dove iniziative di questa portata si sprecano e coinvolgono molto più pubblico: guardando però gli ampi spazi vuoti ritornavo immediatamente a Roma.

In sintesi

I tre video riassuntivi dell’evento proposti proprio dal Periferica che consiglio di guardare con attenzione per chi magari non c’è stato: da un lato rimpiangerete esservi persi il festival (voglio ribadirlo, una delle iniziative più interessanti degli ultimi mesi) e dall’altro spererete come me in una seconda edizione il più presto possibile.

 

Exit mobile version