L’universo musicale di Perfume Genius

a cura di Stefano Grimaldi

Se il 2020 è stato un anno nero, almeno per le uscite discografiche ci ha regalato delle vere e proprie perle. Una di queste è senza dubbio Set My Heart On Fire Immediately, nuova meraviglia targata Perfume Genius, al secolo Mike Hadreas. Il trentanovenne artista di Seattle, poco mainstream ma tra i più carismatici degli ultimi anni, ci ha abituati ad attendere con particolare attesa e curiosità ogni suo album, e forse la ragione non risiede solo nella bellezza delle canzoni, ma nell’arte a trecentosessanta gradi.

Registrato a Los Angeles con la preziosa collaborazione dell’onnipresente Alan Wyffels, il nuovo disco (il quinto in studio) soddisfa pienamente le aspettative. Se il precedente No Shape (2017) ha segnato per molti la maturità artistica di Hadreas, Set My Heart On Fire Immediately è il disco che decreta la perfetta cifra stilistica di un artista, ancor più ispirato, e del suo universo musicale, squisitamente impregnato di musica, danza e poesia.

 

È un lavoro introspettivo, di pura esplorazione e riappropriazione dell’io, che mette a nudo l’uomo e l’artista, centrando il suo obiettivo di ricerca della libertà con tredici canzoni autentiche e di spessore, in equilibrio tra una voce formidabile (specie in falsetto), chitarre, piano, archi e synth. Hadreas indaga la fragilità umana in tutte le sue forme (dipendenza, malattia, fallimento) e lo fa con classe, curando ogni minimo dettaglio lirico e musicale e dimostrando una totale padronanza nella scrittura come negli arrangiamenti.

Sembrano superate (almeno in parte) oscurità, inquietudini e tensioni del precedente No Shape, ora la luce in fondo al tunnel si fa più vicina, nel complesso percorso di redenzione intrapreso dall’artista. Si potrebbe definire un disco “art rock”, ma l’etichetta risulterebbe riduttiva dal momento in cui l’eterogeneità di stili e suoni fa la differenza in modo inequivocabile: synth pop tipicamente eighties (“Your Body Changes Everything”, “One More Try”), country-folk (“On The Floor”, “Without You”), dissonanze blues (“Describe”, “Some Dream”), riverberi elettrici (“Nothing At All”) e psichedelie barocche sublimi (“Borrowed Light”, “Moonbend”, “Jason”).

Non manca davvero nulla, stavolta c’è spazio anche per l’harmonium e il clavicembalo, in perfetta sintonia con performance vocali sempre al top (“Just A Touch”). Alla produzione c’e’ Blake Mills, e questo potrebbe già bastare. Se poi aggiungiamo Sam Gendel , Pino Palladino e Matt Chamberlain il team fa ancora più invidia.

L’amore come unica cura per le sofferenze del corpo e dell’anima è il desiderio intangibile su cui viaggia tutto il disco. Uno stomaco che brontola dopo l’addio alle campane, parafrasando l’artista. Set My Heart On Fire Immediately è un’opera imperdibile per tutti quelli che combattono i propri demoni con la speranza di rinascere e trovare pace.
Da custodire, gelosamente!

 

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