Parlare di questo genere di eventi è molto più importante di quanto non si creda.
Il nostro quotidiano è costellato di scene di violenza di ogni tipo, da quella fisica a quella psicologica o morale, da quella contro il patrimonio artistico a quella contro la natura o il territorio. In maniera molto semplificativa, un qualsiasi atto di violenza potrebbe essere interpretato come l’espressione concreta di una mancanza o di un eccesso di informazioni non elaborate. Alla base di entrambi, comunque, sta l’annullamento del senso critico della persona che non abbia imparato, letteralmente, a leggere i segnali e le parti del circostante.
L’incapacità di comprendere la natura delle infinite relazioni astratte e concrete che compongono la vita del singolo e della collettività è un grave deficit: significa non essere in grado di collocare se stessi all’interno di una realtà universalmente riconoscibile, ma anche di non saper individuare questa stessa realtà. Sapersi contestualizzare e saperlo fare con gli eventi vissuti direttamente e indirettamente è fondamentale per preservare almeno ciò che di buono – e bello – gli infiniti sforzi della civiltà hanno prodotto.
Forse è scontato dirlo, forse no, ma l’età per acquisire questo genere di abilità è sicuramente quella dell’infanzia, che viene troppo spesso sottovalutata e creduta capace solo di produrre lunghissime storie senza senso, danni in casa e problemi che non sono problemi veri – nei migliori dei casi.
Le banche d’Italia hanno evidentemente compreso la necessità di ripartire dai bambini per creare una nuova coscienza civile e culturale e per restaurare quella già esistente. Hanno così pensato di mettere a disposizione le loro sedi storiche, oltre sessanta dal Trentino-Alto Adige alla Sicilia, dove hanno organizzato più di ottanta iniziative, tra cui workshop, visite guidate e laboratori, create appositamente per stimolare bambini nella fascia dai 6 ai 13 anni.
Così il Festival della Cultura Creativa, questo il nome dell’evento, inaugura la sua seconda edizione, in corso dal 16 al 22 marzo, scegliendo come tema “L’Alfabeto del mondo”. L’intento è proprio quello di insegnare a riconoscere e a leggere le parti del tutto, spostare il proprio punto di osservazione e reinterpretare le situazioni e i loro significati, capire come nasce un racconto, come si forma e con quali linguaggi e strumenti si può declinare, proprio nell’era in cui, grazie alle nuove tecnologie, si racconta e ci si racconta continuamente.
L’importanza dell’evento sta nell’aver messo in pratica qualcosa che viene raramente realizzato e spesso banalizzato. Sappiamo tutti, in fondo, che ciò che si impara da bambini fa delle persone molto di quel che sono in età adulta, ma evidentemente non si investe ancora abbastanza in una formazione “altra” da quella prettamente scolastica. In questo senso è fondamentale muovere dei primi passi (per l’occasione segnati anche da collaborazioni importanti, come quella dell’Associazione Bancaria Italiana e della Rai) verso una maggiore consapevolezza.
Per maggiori informazioni e dettagli relativi alle giornate del Festival si può consultare il sito ufficiale.