Peggy Gou – Moment

Poche soddisfazioni sono paragonabili a quella di venire pregati di suonare nel locale in cui facevi fatica a entrare da cliente. Se quel locale, poi, è il blindato Berghain di Berlino, potete immaginare… C’è materiale per stropicciarsi gli occhi per anni. Peggy Gou ha provato questo brivido qualche anno fa e da allora non si è più fermata. Festival internazionali, fan base totalmente innamorata di lei e, soprattutto, l’inizio di un nuovo modo di vedere i dj e producer al pari delle popstar. Se l’avete vista e amata ai piatti con la maglia della Juve all’ultimo Club To Club o un paio d’anni fa al Magnolia, il 2019 ha già una buona notizia in serbo per voi. La nuova release di Peggy Gou, dal titolo Moment è stato sfornato, pronto per farci muovere il culo.

La storia di Peggy Gou inizia dalla sua Corea del Sud dove Peggy nasce prima di trasferirsi in Europa per i suoi studi di moda. Nel Vecchio Continente arriva la folgorazione musicale. Entra nel mondo della musica e inizia a sfornare pezzi per farsi notare fino a quando in pochi anni non riesce a raggiungere le vette della musica house. Non una dj come le altre. Non solo Peggy si fa spazio a gomitate in un mondo di producer che spesso vede una maggioranza maschile dominare. Ma riesce anche a farsi amare dai suoi fan come una vera popstar: peluche lanciati sul palco, danzatori con le scarpe in mano sotto consolle. Peggy Gou ha creato una ritualità attorno alla sua figura che fa sì che non si tratti solo di musica.

Ma la musica è centrale, la musica è tutto e Peggy lo dimostra anche nel suo nuovo Ep Moment (che ha anche un bellissimo artwork, di quelli che piacciono a noi) L’ultima uscita della producer è ancora una volta convincente. Forse un po’ più paracula del solito, più ammiccante e piacevole. Le due tracce che compongono l’Ep sono due tracce che sembrano pescare a piene mani da una dance demodè. Starry Night è un classicone shakerato dalle sapienti dita della stella coreana. Un beat da passerella che vede regnare basso e tastiere. Un classico dance anni ’90 che ricorda lo stile del “darari darara” di Gypsy Woman di Crystal Waters. Peggy Gou riesce però a dare delle piccole pennellate al pezzo rendendolo fresco e nuovo di pacca. Han Pan è decisamente un ritorno al presente scaricato di ogni nostalgia e pronto a prendere il volo. Entrambi i pezzi comprendono una parte cantata ma in Han Pan tutto prende una piega più tribale. Saranno i beat ben assestati, sarà l’armonia, sarà l’atmosfera da ananas appena tagliato, Han Pan funziona da dio e riesce nella sempre difficile alchimia di dance e ascoltabilità anche se non si è a luci spente in un club.

La nostra Peggy Gou ce l’ha fatta ancora una volta. Prolifica come Simenon, scatenata come i Modeselektor (qui avevamo recensito il loro ultimo album), spiazzante com Jeff Koons. Peggy sa ben apprezzare il suo successo e sa bene quanto ha dovuto faticare per arrivare in cima e proprio per questo continua a sfornare pezzi e a farci ballare senza farci neanche fermare per prendere una bottiglietta d’acqua. La nostra speranza è che non smetta di sganciare bombe.

 

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