L’elettronica è donna | Peggy Gou RBT Night

Fotografie di Janine Billy

Non è trascorso troppo tempo dall’ultima spettacolare edizione del RoBOt ma già ne sentivamo la mancanza. Stavolta sono tornati al Link di Bologna, tempio della musica elettronica che non ha certo bisogno di ulteriori presentazioni, con una RBT Night di cui avevamo bisogno.

Nella serata dopo la Giornata Internazionale della Donna, protagoniste non potevano essere che due quote rosa della scena techno europea ed internazionale: Peggy Gou, una vera e propria icona di stile contemporanea, nonché maestra dei piatti e Louise Chen, parigina esperta del mestiere. Da affezionati del Robot e da appassionati di buona musica, abbiamo fatto un salto anche noi.

 

La pista è stata inaugurata da Ninfa a cui si è susseguita Chen, che ha scaldato l’atmosfera con un’house classica ma allo stesso tempo ricercata; sonorità non troppo ardite ma mixate alla perfezione, in cui si è sentito tanto il tocco francese che quasi non sembrava di stare a Bologna. Un’ottima performance in cui ha combinato vintage e avanguardia, perfettamente in linea con quello che poi sarebbe stato il mood (e marchio di fabbrica) dell’ospite d’onore della serata. Salita in console anche Peggy, in un Link ormai stracolmo di gente, ci hanno regalato un back to back d’ eccezione.

 

 

Magnetica ed elegante come il suo set, Gou ha avuto modo di esprimersi al meglio, con l’aiuto di un visual essenziale ma perfetto per la serata: fari blu e macchina del fumo volti a creare giochi di luce. Ha fatto scatenare la platea incrociando alcuni grandi successi dell’house con alcuni brani suoi e giocando alla perfezione con i suoni. Si tratta di una producer competente e di una DJ con un gusto musicale unico, in un momento della carriera leggermente pop ha inserito nella variegata selezione anche i due brani dall’ultimo EP Once, arricchendo di ulteriori sonorità tropicali la già splendida It Makes You Forget (Itgehane) e sostituendo la parte più deep con un drop leggermente più spinto.

Un set ricchissimo e alternativo alle solite proposte, perché ha inserito magistralmente ritmi funk, black e boogie facendo sposare il tutto con l’house e la techno. Sound diversi in un connubio di altissimo livello, che ha coinvolto e (avvolto) totalmente il pubblico, creando un clima rilassato e divertente.

 

 

Nel complesso è stata una serata tranquilla e di ottima qualità, in cui l’amore per il DJing si è mescolato alla ricerca e alla sperimentazione musicale, in perfetto stile RoBOt, che porta a Bologna il clubbing underground dal respiro europeo. Questo format è estremamente necessario in una città come il capoluogo emiliano, luogo storicamente vivido dal punto di vista artistico ma ancora troppo legato ad un immaginario passato che non ci appartiene più e che troppo spesso si ripercuote sulle alternative di serata, appiattendo l’offerta e abbassando la qualità.

Abbiamo sempre più bisogno di soluzioni di questo livello, contro il grigiore e l’imbruttimento dilagante del momento storico in cui viviamo.

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