Quello che ci piace dei Parquet Courts, che ora mutano pelle (ma non connotati) in Parkay Quarts, è che sono sporchi, che si incanalano nella tradizione newyorkese del dirty sound, che ci regalano un tuffo nel passato che ci riporta direttamente dentro l’epoca dei Velvet Underground, e di Tom Verlaine. E poi quantomeno muovono qualche contestazione all’industria musicale, tipo quella contro i social media per pubblicizzare se stessi e i loro album. Per loro questo sistema è una bullshit. Mentre l’eroina della new wave e del CBGB a cavallo tra ’70 e ’80 Patti Smith conferma la sua presenza al concerto di Natale in Vaticano, è bello ritrovare la crudezza di vecchie anime di Brooklyn, che con questo Content Nausea ci riporta a una certa ”scena” (che non esiste più, ma ci manca).
A partire dalla meravigliosa title-track capiamo subito che questa nausea che avvolge Andrew Savage e co. ha un contenuto: ”This year it become harder to be tender/ Harder and harder to remember/ Meeting a friend/ Writing a letter/ Being lost/ Antique ritual all lost to the ceremony of progress”, il tutto ripetuto in un mantra dai toni ritmici che un tempo sentivamo suonare da Cale e Reed. E se c’è il tempo anche per una pausa respiro cover di Nancy Sinatra con These Boots are made for walkin’, gli echi di band rumorose come i Pavement si rincorrono per tutto l’album. Il tutto condensato nel lungo semplice messaggio sulla frustrazione della vita moderna: a cui si risponde col rumore.
On a screen or at a distance
Like the best without resistance
People clicked and people read
‘Modern Life’ is what it said
Psycho Structures è proprio il lungo viaggio rumoroso di una band che vorrebbe essere nata in un’altra epoca, un po’ come la nostalgia dei poeti francesi per le vecchie belle epoche. E che anche la musica abbia trovato una sua età dell’oro nel passato è una bella cosa in fondo. Ancora The Map ci porta indietro, ed è un bel salto nel vuoto. Fino alla perla finale di Uncast Shadow of a Southern Myth, che vira verso una venatura cantautoriale altrettanto maledetta. Se con Sunbathing Animal i Parquet Courts avevano raccontato un punk più classicamente urlato con momenti di Instant Disassembly, con Content Nausea l’alt-project Parkay Quarts continua un percorso di riconoscimento dentro il rumore del mondo. Un disco bello, ruggente, in cui la voce di Savage ci porta altrove.