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Il paradosso temporale di Dark vi conquisterà

Dark è il primo prodotto tedesco Netflix uscito sulla piattaforma il primo dicembre del 2017.

Tutta la trama del film è circondata da un sostrato di culture e credenze, ragionamenti scientifici e distopici che si intrecciano e si legano alle teorie sul tempo, inteso come passato, presente e futuro.

Nella prima puntata ci vengono esposti i personaggi e vediamo accadere l’evento scatenante che metterà in crisi la città di Winden, in ogni sua epoca storica. Ma ciò che salta all’occhio nella prima puntata sono anche i primi cenni di un cristianesimo che viene recitato secondo le parole del teologo Reinhold Niebhr:

«Dio, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare,
il coraggio di cambiare le cose che posso,
e la saggezza per conoscere la differenza. »

La preghiera della serenità venne scritta nel XX secolo dal teologo protestante Reinhold Niebhr, anche se si attesta che molto tempo prima, sin dal ‘500, fosse già conosciuta e trasmessa verbalmente. Ad oggi, questa è diventata la preghiera più diffusa dei tempi moderni perché adottata dagli alcolisti anonimi durante il secondo dopoguerra. Questa, viene recitata a denti stretti da uno dei personaggi che cerca in questo modo di placare le sue esigenze, viste come controverse nella società e nella casa in cui vive. Ma non solo, questa preghiera e questa condizione umana di impossibilità in cui l’uomo può solo assoggettarsi ai voleri di un percorso già definito è alla base di tutta la stagione.

Vediamo i personaggi combattere contro un destino che in nessun modo potrà cambiare le loro sorti, ma che invece li porterà alla realizzazione di come ogni uomo costituisce nell’universo la pedina di una enorme scacchiera in cui però si conoscono già le sorti inevitabili della partita. Ogni nostra decisione se pur vacua o superflua viene vista come un passaggio necessario al raggiungimento di un obiettivo di cui non siamo a conoscenza.

«State attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il momento preciso.»

Arriverà un momento, ma non sappiamo quando, lo vedremo accadere, ci cascherà davanti, ci colpirà in pieno viso, nel momento in cui saremo più inermi e incapaci di cambiare le sorti che ci sono toccate. È così che i testi sacri vengono citati, in una delle prime puntate, menzionando il Vangelo secondo Marco 13,33.

Chiave principale e spiegazione della serie è senza dubbio il ciclo di 33 anni, che vede allinearsi il ciclo lunare e il ciclo solare. Questo avviene perché il ciclo lunare è più breve di 11 giorni rispetto a quello solare, quindi 33 anni solari equivalgono a 34 anni lunari, momento in cui il ciclo della luna, del sole e della terra si troveranno di nuovo in corrispondenza. Rudolf Steiner descrive così la funzione e l’importanza del ciclo di 33 anni: “Questo ritmo influisce sul ruolo che ogni individuo ha nella sfera sociale. Le azioni e i pensieri di un individuo influiscono sul comportamento degli individui all’interno della più ampia sfera sociale 33 anni dopo”. Come un continuo giro di causa ed effetto in cui gli artefici delle cause non sono a conoscenza dei loro stessi effetti. Nella visione in cui la storia debba essere vista trentatre anni alla volta la narrazione della serie viene tripartita in tre momenti storici: veniamo quindi sbattuti insieme al personaggio di turno nel 1953 e nel 1986 per poi tornare, quando si può, nel 2019, anno in cui i primi eventi accadono, quello che identificheremo come il “presente” dei nostri personaggi.

Steiner viene considerato il capostipite dell’antroposofia, anche detta “scienza dello spirito”. Questa pseudoscienza cerca di spiegare come il mondo fisico sia influenzato da quello spirituale e come esso guidi le trasformazioni e l’inevitabile evoluzione. Secondo Steiner, che adotta il concetto di Karma e di reincarnazione, l’uomo durante la sua vita terrena è in continua ricerca di azioni che lo aiuteranno ad innalzare il suo spirito, in modo tale da poter cambiare il proprio destino.

Tutti gli sbalzi temporali tra passato presente e futuro avvengono grazie a un passaggio nascosto all’interno di una caverna. Anche questo luogo ci fa pensare a una mitologia e una tradizione che risale fin da epoche antiche in cui era sede di riti spirituali, sessuali e sacrificali. La caverna simboleggia la rinascita, la creazione e l’uscita dal cosmo in una dimensione altra. Questo luogo è quindi simbolo dell’universo, dell’unione tra umano e divino. Infine, il filo rosso, che guida i nostri personaggi fino al passaggio temporale che li porterà a far visita ai loro antenati o ai loro ancora giovani e ignari genitori.

Francesca Pasculli

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Francesca Pasculli
Tags: dark

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