Dopo una settimana di pioggia incessante, il grande fiume sta lentamente tornando a scorrere entro gli argini del suo letto mentre la città appare opaca, avvolta da una fitta coltre di nebbia. Torino è una cartolina sbiadita di cui si intravede soltanto la punta della Mole Antonelliana che emerge timidamente al di là del corso d’acqua e fango. In questa gelida domenica notte una delle poche luci visibili proviene dal Cap10100, dove la fila per entrare passa da una lunga rampa di scale per arrivare fino ai cancelli.
Come i precedenti anche il quinto appuntamento del Marassi Tour è sold out. Quest’osservazione arriva alle orecchie di qualcuno dietro di noi che abbaia Completamente come potrebbe fare un cane sciolto. Ed è così, siamo entrati in una nuova stagione in cui si comunica attraverso i titoli e le strofe del cantautorato italiano. Non sappiamo che cosa rimarrà del fermento che ruota intorno a questo panorama, ma sosteniamo che gli Ex-Otago siano la rivelazione più autentica dell’autunno, capaci di riempire i circoli e le radio e allo stesso tempo di unire i fan dell’ultima ora ai veterani di Chestnuts Time e di Tanti Saluti.
Mentre il locale sta iniziando a popolarsi, Il Terzo Istante è salito sul palco per aprire la serata e per scacciare il freddo dai nostri polmoni. Tra la folla ci sono occhi che brillano e sorrisi che si allargano come in attesa di un primo appuntamento. I cuori sobbalzano sopra il parquet scricchiolante quando il gruppo genovese entra in scena intonando le prime note de I giovani d’oggi. Questa canzone parla a noi e di noi che stasera affolliamo il Cap10100 con la speranza che la sveglia del lunedì mattina non suoni mai e che ogni immagine possa cristallizzarsi su questo presente.
I nuovi brani si alternano ai vecchi successi come Amico bianco o Giorni vacanzieri, l’inno di una generazione di adolescenti che adesso è diventata “grande”, ma che non dimentica nemmeno una parola del testo di questa canzone. Nel frattempo è salito a sorpresa il rapper sabaudo Willie Peyote per duettare con Maurizio Carucci ed è subito revival del video di ispirazione vanziniana. Scendono le luci e una coppia si guarda negli occhi sillabando lentamente il ritornello de La nostra pelle, mentre qualche minuto dopo una ragazza con uno chignon biondo in testa si è tolta le scarpe e danza felice sui beat sincopati de Gli occhi della luna.
L’atmosfera che si può respirare a un concerto degli Ex-otago è quella di un ritrovo tra amici che vogliono ballare senza una coreografia e cantare a squarciagola Costarica durante un falò estivo. Se chiudiamo gli occhi novembre diventa agosto in un istante. Sa farlo chi esulta per Patrizia e chi perde completamente la voce urlando:
Siamo come foglie al vento / in pieno autunno / come un discorso aperto / su un possibile futuro / ma io no non mi abituerò / a non vederti più / quando scende la notte / quando sarò cenere
Ci sentiamo a casa con The Rhythm of the Night, la cover dei Corona tanto disprezzata da Manuel Agnelli a X-Factor e così desiderata da noi questa sera qui. Siamo cresciuti con gli Ex-Otago imparando a non prenderci mai sul serio e ora scopriamo di essere Cinghiali incazzati di fronte alla società. Non abbiamo perso, però, la capacità di innamorarci del Mare tra i palazzi di Marassi perché a Torino anche una briciola d’acqua salata può valere oro. Il quintetto genovese ci parla dei nostri desideri, accorciando le distanze tra i nostri corpi con Figli degli Hamburger e Quando sono con te. Non possiamo ignorare il potere dei baci che volano tra le coppie e degli abbracci fraterni che si scambiano gli amici. Fermiamo il tempo e viviamo tutti insieme in un concerto degli Ex-Otago?
Fotografie a cura di Maurizio Vaccariello