Gli album degli Of Montreal sono come frammenti di umore trasformati in musica, riflessioni sonore delle sensazioni e stati d’animo che scorrono nella mente e nell’anima di Kevin Barnes. La descrizione di Aureate Gloom, il tredicesimo LP della band, si ritrova perfettamente nelle parole di Barnes che lo definisce un disco, non più legato solamente al suo sound, ma soprattutto allo stato emotivo in cui è stato scritto: “uno sconforto dorato” legato ad un matrimonio andato in frantumi.
L’album scritto in solo due settimane, ispirato alla New York degli anni 70, è un viaggio attraverso i quartieri di Chelsea e SoHo che si perde nella Factory di Andy Warhol per risvegliarsi nella nascente scena punk e del CBGB. Aureate Gloom, composto da dieci tracce che si intrecciano nel punk, nel funk e nella new wawe e con l’aggiunta di chitarre mai così scatenate, con le repentine variazioni di tempo di Barnes riesce a raggiungere un ottimo cambiamento di genere che riveste l’album di tinture molto particolari. Bassem Sabry, traccia di apertura con influenze che ricordano il Duca Bianco, unisce elettricità anni ’70, sculettamenti glam rock, riferimenti sociopolitici: “Every leader is a cellophane punk” per affrontare un tema sociale e politico, la storia di Bassem Sabry, attivista e giornalista egiziano morto in circostanze sospette nel 2014. La canzone che segue non è sicuramente da meno: Last Rites At The Jane Hotel in pieno stile anni ’70, ricorda il sound del magnifico gruppo di Marc Bolan, i T. Rex.
Saltiamo bruscamente su Empyrean Abatton, canzone stridente che si fonde perfettamente con la poetica di Barnes e si lascia influenzare dai fantastici versi “hey!-Oh!” che resero famosi i Ramones. Altrove, Kevin, utilizza una poetica più diretta. Ad esempio in Virgilian Lots troviamo un escalation di chitarre, somiglianti ad una tempesta torrida, che si abbattono verso un finale amaro e già preannunciato: “Sono in lutto per te, amore mio, e non capisco cosa sta succedendo”. Kevin Barnes, calandosi nei personaggi che hanno reso celebre la New York degli anni 70 come Patty Smith, Tom Verlaine e Richard Hell, compone un album orientato al rock classico, sia come tributo a quell’epoca d’oro che furono gli anni 70, sia per espiare, quasi a livello terapeutico, la recente separazione dalla moglie.
Aureate Gloom è un ingresso verso l’anima di un uomo reso manifesto attraverso la musica.