Sta per iniziare la settima edizione di Bleech Festival, il festival che promuove il territorio di Piacenza e provincia e che, tra le diverse attività in programma, permette ai talenti emergenti di esprimersi su un palco che sta al centro di un vero e proprio villaggio musicale, La Corte Faggiola, una meravigliosa corte agricola della campagna emiliana. Per conoscerli meglio, abbiamo fatto qualche domanda a Gregorio Sanchez, i Soft Boys Club, Milanosport e Rareș, quattro dei giovanissimi artisti che si esibiranno tra poche ore. Sentirete presto parlare ancora di loro!
Nome di battesimo e nome d’arte.
Gregorio Sanchez: Gregorio Sanchez è il nome giusto.
Soft Boys Club: Roberto, Loris, Federico & Federico in arte Soft Boys Club.
Milanosport: MILANOSPORT.
Rareș: Rareș in entrambi i casi!
Come si chiama il vostro “villaggio” di origine e quello in cui vivete attualmente?
Gregorio Sanchez: Nato a Bologna, ora vivo a Milano.
Soft Boys Club: I nostri villaggi sono i quartieri di Milano nei quali viviamo: Lambrate, Ortica, Isola, Brenta.
Milanosport: Box di Viale Majno, 20129.
Rareș: Mi sono spostato molto sia durante l’infanzia che ora. Però, ad un certo punto, ho vissuto in un vero villaggio in Romania. Brodoc, vicino a Vaslui. Qualche casa, una strada e il pozzo dove prendere l’acqua. Attualmente ho lasciato la mia ultima casa, Bologna, e mi sposto spesso, praticamente ogni settimana dove ho cose da fare; spero il mio prossimo villaggio si palesi prima possibile.
Incasellate la vostra musica in un genere? Se sì, quale?
Gregorio Sanchez: Musica che piace anche ai tuoi genitori.
Soft Boys Club: Qualcosa a metà tra il cantautorato, l’emo e il post-punk.
Milanosport: La futura musica da balera o attuale post punk.
Rareș: I lavori già usciti si. Femmina, per esempio, è un disco di canzoni e di musica elettronica. Però, nel momento della ricerca e del gioco con i suoni, zero generi e zero limiti.
Se non aveste intrapreso la carriera musicale quale professione artigianale o agricola avreste svolto all’interno di una comunità rurale come era qualche decennio fa la Corte Faggiola?
Gregorio Sanchez: Avrei sicuramente fatto il falegname, liutaio al bisogno.
Soft Boys Club: I vignaioli, professione che non disdegneremmo nemmeno in questo decennio.
Milanosport: I MILANOSPORT sarebbero stati una combattiva gilda di carpentieri.
Rareș: Panettiere, cuoco, pettegolo di paese.
Come vi definiscono le persone che vi circondano?
Gregorio Sanchez: Tronfio, gioviale, pesante, buon interlocutore, a tratti anche simpatico.
Soft Boys Club: Ragazzi ben educati.
Milanosport: Rumorosi.
Rareș: Un bravo ragazzo, cordiale, sempre disponibile, uno che non farebbe male a una mosca. Salutava sempre.
Quale credete che sia il vostro ruolo all’interno della società?
Gregorio Sanchez: La polemica.
Soft Boys Club: Centravanti.
Milanosport: Far sudare attraverso il pogo.
Rareș: Istillare dubbio e convogliare emozioni. La musica è un’arte che si sviluppa temporalmente, ed è dunque riproponibile in diversi luoghi ed in diversi momenti: un concerto diventa un rito, un momento di comunione fra l’artista e chi vi sta dedicando la propria attenzione per scambiarsi delle energie, della magia.
Quando avete suonato per la prima volta di fronte al pubblico? Quali sono state le sensazioni che avete provato?
Gregorio Sanchez: Sudorazione profusa, rigidità muscolare. Vuoti di memoria, confusione, obnubilamento e
tachicardia. In seguito euforia, sete e straordinaria capacità di adattamento alla temperatura fuori dal locale.
Soft Boys Club: Domenica 3 settembre sarà il nostro primo live come Soft Boys Club, aspettiamo questo momento da molti mesi, pensiamo sarà liberatorio.
Milanosport: Nell’estate del 2021 a LUME e provavamo molta preoccupazione nei confronti dell’elettricità.
Rareș: In seconda media ho suonato e cantato Tutti Frutti di Elvis con un mio amico in piazza a Marghera, piccola cittadina vicino Venezia. C’è ancora il video su Facebook, credo. Non ricordo bene come l’avessi presa emotivamente, dal video sembro un robot.
Una canzone da suonare e cantare in compagnia.
Gregorio Sanchez: 1979 degli Smashing Pumpkins.
Soft Boys Club: Danny Nedelko degli Idles, uno dei concerti più belli che abbiamo visto da spettatori tutti insieme.
Milanosport: 50 Basket Special Case (medley inedito).
Rareș: Cuccurucucu palomaaaaa, ahi ahi ahi ahi ahi, cantava…
A connettere il territorio con le persone molto spesso ci pensa il cibo. Qual è il piatto della tradizione piacentina (o emiliana) che preferite?
Gregorio Sanchez: Per non incorrere in incidenti diplomatici mi limiterò a dire qualsiasi tipo di pasta ripiena.
Soft Boys Club: Il tortellino in brodo.
Milanosport: La pizza.
Rareș: Lavoravo in una tigelleria il primo anno arrivato a Bologna, e piano piano sono diventato assuefatto da quei meravigliosi dischetti. Non le mangio da tanto, purtroppo. La cucina piacentina non la conosco, spero di fare qualche assaggio in occasione del Bleech.
Qual è la regola imprescindibile per vivere bene con gli altri? E perché?
Gregorio Sanchez: La mia libertà finisce dove inizia quella dell’altro. Inoltre, appena ti hanno dato la birra togliti dal bancone, per favore.
Soft Boys Club: Prendersi cura; di sé e degli altri. Cercare per la collettività e nella collettività un equilibrio.
Milanosport: La pizza, e perché la birra.
Rareș: Rispetto ed empatia. Prendersi del tempo per mettersi nei panni dell’altr*, provare ad immaginare la prospettiva altrui è, reputo, uno strumento importantissimo, un salvavita.
Prima di essere invitati a suonare siete mai stati al Bleech Festival in qualità di pubblico? Se sì, cosa vi ha colpito di questa rassegna e cosa vi aspettate da questa edizione?
Gregorio Sanchez: Mi aspetto di essere avvolto da una sensazione pacifica di accettazione e perdono, unita al
sollievo della fine di agosto.
Soft Boys Club: La maggior parte di noi ha vissuto tutte le edizioni del festival sin dal primo anno al parco della Cavallerizza, ci aspettiamo anche quest’anno un evento a misura d’uomo, in cui scoprire nuova musica e farsi nuovi amici. Tornare a Bleech da artisti rappresenta allo stesso tempo un cerchio che si chiude e l’inizio di un nuovo capitolo.
Milanosport: Non siamo mai stati al Bleech, ma un nostro amico Sven (tipico ragazzo svedese altissimo e sempre vestito con camicia di lino) ha incontrato sulla vostra dance floor una ragazza italiana di nome Carolina, giovane bruna di passaggio in Italia perché studentessa erasmus a Manheim; se ne è velocemente innamorato e altrettanto
velocemente l’ha persa di vista. Sarà nostro compito chiamare Carolina a gran voce dal palco per far continuare la loro storia.
Rareș: No, mai stato, e non vedo l’ora che sia il 3/9.
In attesa di vederli suonare dal vivo potete ascoltarli nella playlist di Bleech Festival 2023: