Le case infestate da presenze demoniache, bambini come protagonisti della storia: questi sono elementi abbastanza consueti nel genere horror e non mancano nemmeno nel film del fumettista Troy Nixey. Anche per questo Non aver paura del buio dà, in diversi momenti, la sensazione di già visto, ma trova nella sceneggiatura di Guillermo Del Toro la creatività necessaria a rendere non del tutto scontata la trama. La protagonista è la piccola Sally , figlia di genitori separati, “costretta” a trasferirsi all’improvviso dal padre per decisione della eccentrica madre convinta che abbia qualche disturbo psico-fisico. Il disturbo altro non è che conseguenza emotiva al divorzio dei suoi, ma il trasferimento nella villa ottocentesca che il padre sta restaurando con la nuova compagna, porta Sally al vero e proprio sconvolgimento seguito alla scoperta nella casa della presenza di piccole creature mostruose che al buio si palesano terrorizzando la bambina: Sally li ha involontariamente liberati e loro ora hanno bisogno di un sacrificio umano per continuare ad esistere nelle viscere di quella dimora.
Non aver paura del buio raggiunge lo scopo primario dell’horror: fa paura, soprattutto perché associa l’angoscia a ciò che di più terrorizza la maggior parte degli esseri umani fin dalla tenera età, il buio. L’idea per la pellicola è venuta a Guillermo Del Toro ripensando a un telefilm degli anni ’70 che lo aveva particolarmente impressionato: titolo identico ma ambientazione e caratteristiche dei personaggi modificati dalla mente “perversa” e geniale del regista messicano (Mimic – La spina del Diavolo – Il labirinto del fauno) che anche stavolta ha ceduto la direzione ad un giovane regista, in questo caso il fumettista americano Nixey all’esordio dietro la macchina da presa per un lungometraggio, producendo la pellicola così come aveva fatto con Juan Antonio Bayona per The Orphanage che ha sbancato i botteghini diventando il film spagnolo che ha incassato di più in tutto il mondo. Se a livello economico eguagliare il boom della fatica precedente potrebbe non essere impossibile per Del Toro, grazie alla co-produzione e distribuzione americana, per Non aver paura del buio il confronto con The Orphanage, qualitativamente parlando, è già perso.