Il rapporto tra Pete e Laurie, avvolto dalla cornice a tratti de-saturata e a tratti calda della provincia inglese, è protagonista di Nocturnal, lungometraggio d’esordio della regista Italiana Nathalie Biancheri che abbiamo intervistato in occasione della premiere al BFI Film Festival di Londra, nell’attesa del suo arrivo in Italia.
Un primissimo piano sui capelli che si muovono a ritmo di corsa, l’inquadratura è stretta, quasi soffocante, poi si allarga appena. Arriva a mostrarci lei, Laurie, (17 anni), che diverrà oggetto dello sguardo insistente di Pete (più di 30).
Così si apre Nocturnal, presentato al BFI Film Festival di Londra, lungometraggio di debutto della regista Italiana Nathalie Biancheri, reduce da I WAS HERE, il suo primo lungometraggio documentario co-diretto con Ola Jankowska e presentato qualche mese fa al CPH:DOX Festival.
Nocturnal racconta la problematica relazione tra Pete, un tuttofare trentenne, interpretato da Cosmo Jarvis e Laurie, (Lauren Coe), l’emblema della good girl, una teenager disciplinata, acqua e sapone. Annoiata. È lei che gli propone di uscire di sera poiché, seppur turbata dal suo sguardo morboso, ne è attratta. In realtà a interessarla è forse semplicemente l’idea di trasgredire un po’, per interrompere la quotidiana monotonia della tipica alienante cittadina costiera inglese.
Quello che interessa di questo film non è tanto la trama di per sé, né il plot twist, che Nathalie ci racconta di aver volutamente anticipato a 20 minuti dall’inizio proprio per non renderlo il focus centrale della sua storia. A colpire è la delicatezza delle inquadrature, strette su personaggi così credibili che da spettatori viene quasi spontaneo coprire gli occhi. La nostra vicinanza a Pete e Laurie è tanto intima che ci sembra un po’ di invadere la loro privacy.
È evidente nello stile registico attento al realismo e premiato dalle ottime performances dei protagonisti, l’influenza che il cinema documentario ha avuto sulla regista. Si nota non solo nell’uso della camera, ma anche nel modo in cui la storia del piccolo è utilizzata per raccontare l’identità dello sfondo in cui i personaggi si muovono. La cittadina costiera dello Yorkshire, infatti, li avvolge in luci malinconiche e a tratti asettiche di giorno, che però si scaldano e li incorniciano con l’accendersi delle luci della sera.
Il mare avverso e tempestoso, l’austera modestia dei palazzi di mattone in un luogo remoto, dimenticato da dio, ove tutto sembra triste, nostalgico, piatto, abbraccia i personaggi e lo spettatore al calar della notte e ci accompagna a comprendere Pete e la sua completa incapacità a relazionarsi con le donne e a farsi vedere davvero. Noi, però, lo vediamo.
In I WAS HERE, Nathalie e la co-regista Ola Jankowska, avevano annunciato di essere alla ricerca di un protagonista per un documentario, invitando gli abitanti di alcune cittadine del Regno Unito a lasciarsi intervistare. Persone comuni avevano deciso dunque di raccontarsi davanti alla telecamera, scegliendo episodi che ritenevano abbastanza interessanti da essere immortalati in un documentario. La pellicola fa interrogare l’audience sull’istinto umano fondamentale di voler lasciare un segno per i posteri, descrivendo l’identità local della provincia inglese.
Sicuramente, come ci ha confermato Nathalie, esplorare le cittadine del nord dell’Inghilterra per realizzare questo esperimento documentaristico, ha decisamente influenzato lo sviluppo di Nocturnal. La comprensione dell’identità locale traspare dall’uso delle location, ed è anche in questo caso centro nevralgico del racconto, seppur espressa non dalle parole dei protagonisti, ma visivamente, dai colori e dall’ordinarietà del quotidiano.
I dialoghi (e i silenzi) credibili, la fotografia intima, le scelte registiche e il feeling tra i due protagonisti trasformano una trama semplice, in un ottimo film d’esordio, che regala uno scorcio realistico sulla costa Inglese e sulle emozioni di Pete e Laurie.
Nathalie Biancheri è attualmente impegnata nella preproduzione del suo prossimo lungometraggio, stavolta ambientato in un luogo immaginario d’ Irlanda, con una trama dai toni più ‘assurdi’. Ad oggi, è ancora difficile fare pronostici su che tipo di distribuzione un film indipendente (e così prettamente British) come Nocturnal potrà ottenere in Italia, ma è consigliato vivamente al fruitore interessato a un cinema realista che si concentra sulle emozioni e sulla forza psicologica dei suoi personaggi, certo, nella speranza che un doppiaggio approssimativo non faccia perdere le sfumature dell’interpretazione di Jarvis.