Nei giorni scorsi Nicolas Jaar aveva rilasciato un breve EP, Illusions of Shameless Abudance, due pezzi con le partecipazioni straordinarie di Lydia Lunch e FKA Twigs dalle visionarie incursioni industrial. Due ferite aperte che fanno bella compagnia al lancio del secondo album del progetto parallelo e sperimentale di Jaar, All Against Logic: 2017-2019 è una raccolta di schizzi d’autore degli ultimi due anni del compositore statunitense-cileno. Ancora una volta mettiamo in discussione i presupposti della logica, abbandoniamo la razionalità e ci perdiamo nei dipinti sonori offerti dal talento di Jaar: l’effetto è quello di un sequestro momentaneo alle nostre orecchie, la sensazione quella di un lento abbandono al rapimento verso dimensioni altre. Abbandonarsi e perdersi, contro ogni ripiego della razionalità, mollare i freni inibitori, è l’unica via possibile per accedere ai nove pezzi del nuovo album. Come viaggiatori che partono per partire.
Beyoncé, Lydia Lunch, Luther Ingram – sono diverse le presenze che fanno da corollario e aleggiano su questo lavoro enigmatico, che va scomposto poco a poco nei suoi spigoli duri e nelle sue acidità house, finché non sia possibile arrivare a coglierne l’essenza. Una delle qualità dell’arte di Nicolas Jaar è in fondo non scendere a compromessi, perennemente spiazzarci, sin dal viaggio scomposto di Space Is Only Noise (– if you can see): che si tratti di una peregrinazione electro-minimalista, di un più massimalista electro-rock in salsa Darkside, o di un assolo di sax da pista da ballo, la lusinga di Jaar all’ascoltatore è sempre stata quella di concedere l’abbandono ultimo al suono, scovare via d’accesso ignote alla catarsi.
2017-2019 sfonda la percezione del suono con un disco più duro di 2012-2017 – e forse non è un caso quel militare in copertina che pare dare un ritmo più aggressivo alle intenzioni di tutto il disco. L’incalzare dell’ascolto si fa più irruento, in particolare nella parte centrale e dalla quarta traccia If You Can’t Do It, Do It Hard – sì, proprio quella con l’eroina no wave Lydia Lunch. Sono i suoni a essere aspri, duri, scogliosi, e non poteva esserci una voce migliore di quella tagliente e nichilista di Lydia per tirare fuori questo ritmo hard da un pezzo che sul finale riesce a concedersi anche un afflato di sensualità. Un disordine sonoro alienante capace di solleticare illusioni mesmeriche, e riportarci a un’epoca d’oro da rock sciamanico travestita sotto altre dimensioni del suono. Questa sperimentazione all’azzardo va avanti per tutto il cuore centrale del disco, e così ci concediamo straordinarie vie d’accesso all’acidità di una seconda parte feroce, dura, che ci taglia il cuore con Alarm, per poi dirottarci verso l’ispirata cavalcata di Deeeeeeefers.
All Against Logic è un gioco di sperimentazioni, distorsioni, recuperi, mescolamenti, e ricerche. E la sensazione di una continua tensione alla ricerca si sente anche nelle atmosfere del brano di apertura Fantasy, con il sample di Baby Boy di Beyoncé che dà un ritmo più leggiadro e melodico alle fantasie jaariane. E che dire di If Loving You Is Wrong, dove accediamo al portale di un vero e proprio esperimento electro-soul dettato dalla voce del vecchio brano di Luther Ingram. Se davvero stiamo parlando di schizzi allora si tratta di schizzi finiti, capaci di consegnarci a un affascinante stato di trance – e come tutti gli album di Jaar anche questo andrebbe ascoltato in un sorso e per intero fino al punto di ricomporlo in tutte le sue stratificazioni, inseguendo quei percorsi stregati di una dancefloor in fiamme ossessionata dal rumore.
Il brano che chiude tutto, ovvero questa straordinaria esperienza sonora degli ultimi giorni cominciata con un EP e continuata con un LP, è You (forever): un commiato dalla natura più dolce per affogare completamente nella musica e riemergere dal viaggio. Lo stacco ultimo prima di rimandare l’appuntamento alla prossima occasione per liberarsi di ogni compromesso con la logica – un po’ come quando Elliott Smith suggeriva di ubriacarsi per dimenticare “the pressure of days”. Vagabondare tra i suoni di Nicolas Jaar è sempre un piacere. Against All Logic si conferma un progetto che riesce nell’intento di lasciarci seguire il lato più sperimentale di Jaar, scultore di musica e mondi, fantasmagorie sonore in cui è bello perdersi e vagare.