Nick Cave & the Bad Seeds – Live from KCRW

Nick Cave è tra quelli che possono permettersi un giro di boa del genere, un live, una registrazione con pezzi non inediti, perché è un fottuto fuoriclasse. Live From KCRW è il live album registrato per la KCRW Radio di Los Angeles durante il Coachella, una selezione di brani di Nick e Co. Quando Nick canta sopra le note di un piano ”you are so far from me” ricordiamo con piacere i tempi di The Boatman’s Call, e ripiombiamo nella stessa atmosfera magica e delirante di un cantautore che riesce a scrivere testi come ”you were my mad little lover / in a world where everybody fucks everybody else over”. Dallo stesso album, ormai datato 1998, torna a casa per la session live anche People ain’t no good, la ballata che racconta l’umanità, sempre a pianoforte: sempre quasi la stessa, più carica di cori che la rendono più sofferta, e contemporaneamente più spoglia. La voce di Cave, il pianoforte: un’assicurazione. Questi due pezzi in realtà erano entrati già in una precedente raccolta live di Cave e i Bad Seeds, il Live at the Royal Albert Hall del 2008, insieme a quella Stranger than kindness che compare qui come terza traccia, e che non tradisce, senza stupire.

C’è spazio per due classici di repertorio subito dopo. Uno è The Mercy Seat che forse perde un po’ di mordente in quest’occasione, diventa più schizofrenica finché non arriva il violino a salvarla. E poi l’invocazione And no more shall we part, che diventa un blues, intensa, toccante, nel grido ”mai più ci separeremo”. I quattro pezzi selezionati dal nuovo album, Push the sky away, sono: Higgs Boson Blues, Wide Lovely Eyes, Mermaids, e Push the sky away. Grande assente, Jubilee Street.

La magia che incatena di Nick Cave è quella di qualcuno che canta di sirene che si impiccano sugli scogli. Non è una canzonetta, è la verità. Purtroppo nella versione limitata, in vinile, ci sono altri due pezzi d’autore, e avrei proprio voluto godermi questa registrazione scura di Into my arms che mi era sembrata la grande assente della session live. Tutta l’atmosfera la invocava, ma la riserviamo ai fedeli del vinile.

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