Quello che Marcel Proust in Dalla parte di Swann riuscì a mostrare attraverso l’utilizzo della figura della petite madeleine non fu altro che il potere evocativo svolto da un profumo nella nostra mente, nel nostro vissuto. Sostituendo il dolce più famoso della letteratura francese con una qualsiasi immagine, un qualsiasi oggetto, riusciamo ad ottenere lo stesso risultato. Siamo dinanzi a qualcosa che si estranea dal nostro corpo e che successivamente si materializza ai nostri occhi assetati di ricordi pronti ad essere rivissuti. Sembra una di quelle sensazioni cercate con tutte le forze di cui disponiamo, eppure il momento in cui si verifica in pieno questo ricordo non è affatto calcolabile. Quando meno te l’aspetti fa il suo ingresso in scena e si porta a spasso con sé i tuoi pensieri, traghettandoti verso un passato lì per lì rimosso solo in apparenza.
Tra i tanti nobili agenti, la musica veste i panni di una dama evocatrice meglio di tutte le altre. Trasmette le sue sonorità, scandendo il ritmo mai fuori tempo di quello che è stato. Ci sono brani che, per una serie di circostanze, sono legati a quello che impersonavamo in precedenza e che, sempre per la solita serie di circostanze, avevamo rimosso. Dall’infanzia all’adolescenza, il treno dei ricordi viaggia su un binario parallelo al nostro, percorrendo un linea di cui ignoriamo l’esistenza. Qualcosa che si muove per conto suo e vive di luce propria, e che nel momento meno opportuno fa la sua comparsa, mandando i tuoi piani a farsi benedire. L’incontrollato magnetismo dell’inconscio si nutre di quello che siamo stati, fondendosi a sua volta con quello che più desideriamo.
Se penso a quale brano in questo momento riesce ad esercitare una tale forza motrice, mi verrebbe spontaneo indicare Like a hurricane di Neil Young. È il 1977, anno di uscita dell’album American stars ‘n bars. Il brano è quello che ottiene il maggior successo, lo stesso che racchiude nelle sue parole il senso del titolo dato all’album da colui che diverrà il musicista canadese più famoso di tutti i tempi. Una donna balla in un bar sotto la luce delle stelle; il suo corpo si sopraeleva nei raggi emanati dalla luna, mentre i suoi occhi bruni acquistano una fiamma sempre gradente. È la descrizione di una donna che diviene un uragano che si nutre di amore, spazzando via le sorti, e i sentimenti, di un sognatore. L’assolo di chitarra – e le parole – traghetta un momento passato nel presente, riducendolo a singolare ricordo di quello che è stato. Non esiste una generazione ben precisa che si riconosce nelle melodie di Neil Young e nel suo brano rievocatore. In molti si lasciano avvolgere dal calore crudo e struggente di un poeta che mette in musica i suoi migliori versi per descrivere un essere umano sempre in conflitto con sé stesso. Riconoscersi in quelle parole, in quella chitarra malinconica, è frutto di un romanticismo mai inadeguato.
Lo scorso 26 novembre, Minimum Fax ha portato in libreria Come un uragano, testo curato da Eddy Cilìa e tradotto da Francesco Graziosi. La raccolta è il risultato della scelta tra i migliori pezzi apparsi su diverse riviste a partire dai suoi esordi con i Buffalo Springfiled sino ad oggi, cercando di disegnare un quadro esaudiente di una delle colonne portati della storia della musica rock. Un artista da sempre sfuggente, acclamato da molte band come il genitore legittimo di quello che è il loro background. Le collaborazioni e gli omaggi si sprecano; dietro Neil Young c’è una grossa mole di materiale che affascina da sempre chiunque gli si avvicini. L’intento di questa raccolta è quello di raccontare un uomo attraverso le interviste da lui rilasciate negli anni, coinvolgendo il suo genio in modo indiretto. Un Neil Young che parla attraverso quello che è stato raccolto, negli anni ormai trascorsi, da pagine che ancora hanno qualcosa da dire.
In Like a hurricane, tra le tante cose, si celebra l’amore irrealizzato. Un amore che non trova la giusta espressione perché viene spazzato via dalla furia cieca dell’uragano. Più si cerca di avvicinare l’oggetto del desiderio, più si viene allontanati, nonostante il nutrito sentimento. I want to love you but I’m gettin’ blown away. Un finale che nel ritornello esprime le chiare intenzioni di Neil Young: lasciarsi amare per poi sfuggire alla presa dell’innamorato. Ecco, lui è difficilmente reperibile. Di certo lo si incontra nelle sue canzoni, e questa raccolta altro non è che un ausilio alla ricerca.
La melodia del brano e la sua intera musicalità sono entrate con estrema prepotenza nel nostro immaginario, nei nostri ricordi. Like a hurricane appartiene ad ognuno di noi, nessuno escluso.
Foto di copertina: Neil Young. Takahiro Kyono / Flickr