Inizia il conto alla rovescia verso la tre-giorni italiana dei Mudhoney

Mudhoney - live

Dopo il loro decimo album — quel Digital Garbage uscito poco più di un mese fa — come il disco direttamente dai magazzini della Sub Pop, i Mudhoney in carne e ossa sono pronti a farci di nuovo visita (e a mostrarci come suonano i loro “rifiuti digitali” quando escono da strumenti in tutto e per tutto analogici) in occasione delle tre date italiane programmate all’interno del loro nuovo tour europeo.

Sì, perché lì — al terzo piano del numero 2013 della 4th Ave di Seattle (Washington, USA) — è dove tutt’ora lavora Mark Arm come “warehouse manager” e i dirigenti della storica etichetta americana (che così tanta importanza ha avuto nel definire un certo “Seattle sound”) sono tutt’ora quelli a cui deve chiedere flessibilità di orari e ferie pagate per poter seguire la promozione della sua musica in giro per il mondo. D’altra parte, al giorno d’oggi — a meno che non suoni nei Pearl Jam — con il grunge (whatever that means) non ci arrivi a fine mese.

Ma poco importa.
Quel che importa è che i Mudhoney, ogni volta che attraversano l’oceano, mai si dimenticano nel nostro paese e così è anche a questo giro. A voi la scelta se pogare — e magari toccarli e farvi contagiare — sotto il palco del Locomotiv Club di Bologna (21 Novembre), del Largo di Roma (22 Novembre) o del Santeria Social Club di Milano (23 Novembre). O magari — perché no? — sotto tutti e tre.

Ricordatevi di portare un innaffiatoio (o comunque un po’ di acqua), perché in apertura si esibiranno i Please the Trees, band psychedelic-rock proveniente dalla Repubblica Ceca che ha deciso di piantare un albero in ogni città che visita, per poi fotografarlo e postare lo scatto sul profilo Facebook del loro progetto Please the Trees Project. Ci sono strategie promozionali molto meno nobili, va detto.

Nel frattempo, scaldatevi con l’ultimo singolo tratto da Digital GarbageKill Yourself Live — e ridete vostro malgrado davanti alla sua parodia di una crocifissione ai tempi dei social media, perfetta sintesi di quell’ironia amara, marchio di fabbrica ormai decennale di Arm e soci.

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