Quegli irresistibili ragazzi britannici che nel ’69 cominciarono la loro carriera con una serie televisiva intitolata Monty Python’s Flying Circus hanno rivoluzionato il modo di fare comicità applicando la surrealtà e il nonsense alla satira sociale e politica stando bene attenti a non essere per nulla “politically correct” a cominciare dalle prese in giro, sempre intelligenti e mai banali, di manie e vizi dei loro connazionali inglesi.
John Cleese, Terry Gilliam, Eric Idle, Terry Jones e Michael Palin (orfani di Graham Chapman morto nel 1989) il 20 luglio torneranno sui grandi schermi, anche se per la diretta di uno spettacolo teatrale, dopo esserci stati come autori e protagonisti di alcuni dei film comici più irriverenti di sempre, con opere a episodi come E ora qualcosa di completamente diverso (1971) e Il Senso della Vita (1983 – Gran Premio della Giuria a Cannes), con Monty Python e il Sacro Graal (1975) ma sopratutto con il leggendario e irripetibile Brian di Nazareth prodotto e fortemente voluto da George Harrison nel 1979.
A proposito di Harrison, qualcuno ha detto che i Monty Python hanno rappresentato per la commedia quello che i Beatles sono stati per la musica pop, e non fa una piega visto l’influenza per le generazioni successive anzi, rimanendo in tema cinematografico si sono risparmiati fin troppo, avrebbero potuto girare più film con la loro genialità e a mio parere la dimostrazione sta nella carriera che ognuno di loro ha avuto singolarmente da attore o regista.
Segnatevi questa data: 20 luglio, l’appuntamento è da non perdere, Monty Python Live (più o meno) un live show (in inglese sottotitolato italiano nei nostri cinema) diretto da Aubrey Powell e prodotto da Fiz Oliver.