Vedere i Moderat suonare in Salento non può che fare un certo effetto.
Anche quest’anno, come ogni anno da che io ho ricordi, la scaletta degli eventi estivi di Gallipoli e dintorni è un fiorire di seratoni nelle discoteche più fighe del Salento, con i grandi classici come Gigi D’Agostino, Gabry Ponte, Benny Benassi, Bob Sinclair e chi più ne ha più ne metta. [Ndr Estate in Salento: reggae → costa adriatica, pizzica → paesini di 1000 anime nell’entroterra, discoteche → Gallipoli. Facile.]. Leggere qualche mese fa “ 8 agosto Moderat + Jeff Mills + Alex Banks @ Gallipoli” mi ha provocato un mezzo mancamento, la prima reazione è stata pura gioia, i Moderat, una delle cose più belle degli ultimi anni, Mills una delle cose più belle della storia, il secondo pensiero è stato: ma chi verrà a una serata del genere a Gallipoli in piena estate?!
Sta di fatto che delle grandi e temerarie anime che stanno dietro al nome di Crime Fest, festival giunto quest’anno alla terza edizione, hanno tirato fuori un evento che ha davvero dell’incredibile.
I Moderat vengono da un tour europeo stratosferico, durante il quale hanno inanellato una serie impressionante di sold-out, tra cui anche la data di Milano lo scorso febbraio. Tour che ha fatto seguito al bellissimo e acclamato secondo album, di qui vi parliamo qui, e che ha consacrato i Moderat a uno dei progetti di musica elettronica più innovativi e vincenti degli ultimi anni.
Ad aprire la serata, è il talentuoso Alex Banks, debuttante di casa Monkeytown Records nonché una delle promesse dell’etichetta berlinese. Il ragazzo ci regala un’esibizione intensa e concentrata che rende merito all’ottimo album di esordio, di cui, guarda un po’, se ne volete sapere di più,ve ne parliamo qui.
Il live-set dei Moderat è una macchina perfetta, rodata e ormai consolidata su livelli di qualità ed intensità altissimi. Gli effetti visual sullo sfondo sono parte integrante della fortissima resa emozionale che viene trasmessa dal palco: una serie di schermi sovrapposti, di cui alcuni semi-trasparenti, che creano immagini con un effetto tridimensionale che sembra sovrapporsi alle tre figure composte e ordinate davanti.
L’avvio è affidato ai tre prorompenti pezzi iniziali dell’album d’esordio: New Error, Seamonkey, Rusty Nails, tanto per scaldare la platea che nel frattempo è diventata non solo fitta ma a tratti opprimente. Seguono in serie 5 pezzi da II, di cui il primo è la meravigliosa Versions, quindi l’acclamata Bad Kingdom, la morbida Damage Done, la mistica e catartica Milk e subito dopo Last Time, bonus track del loro sophomore. Il tutto a comporre la parte centrale del concerto, a mio parere la parte più splendente per intensità emotiva e qualità.
I tre sul palco sono perfetti, le tracce sono eseguite impeccabilmente e spesso arricchite da piccole deviazioni ed azzardi che rendono atto alla resa live, le tracce che ci regalano la voce di Apparat sono tra i momenti più alti. A chiudere il concerto tornano due pezzi da 90 dal primo album, Les Grandes Marches e No.22, che non possono che esaltare chiunque sia nel raggio di chilometri da loro. L’unico encore è affidato a Gita, brividi.
A seguire i Moderat arriva il Dio di Detroit, il Dio della Techno, The Wizard, Jeff Mills. Un pezzo di storia della musica davanti agli occhi. Un’entità aliena che con arte sopraffina spadroneggia dietro i piatti come non ho mai visto fare a nessuno. Purezza è la prima parola che mi viene in mente. La seconda è Perfezione. Fuori dal mondo. Le prime luci dell’alba arrivano presto e la chiusura è come un improvviso ritorno alla realtà.
L’intensa e sentita descrizione del Crime Fest che potete leggere sulla loro fanpage facebook, esordisce con: “ CRIME FEST Salento BACK TO THE AUTHENTIC CLUB CULTURE”. Un festival che nasce con un manifesto culturale, qualcosa di ben lontano dalla realtà in cui è nato e nella quale è riuscito a dare vita ad una serata di questo tipo. La serata dell’ 8 agosto è stata sicuramente vincente in termini di affluenza e questo non può che renderci felici, un giusto riscontro a chi ha voluto e saputo osare, contro un territorio ostile ad ambiti musicali di questo tipo e molto più propenso a proposte commerciali e “turistiche”.
Certo, una constatazione deve essere fatta: il pubblico del Crime Fest era ben lontano dall’ essere un pubblico che sappia cosa voglia dire club culture, era infatti caratterizzato per lo più da tipica e classica popolazione discotecara estiva, giunta quella sera perché “era lì la serata”. E così mentre gli artisti di cui sopra ci regalavano performance da brivido, risse, urla, disinteresse completo caratterizzavano buona parte della platea, creando un’atmosfera in netto contrasto con la magnificenza di quello che succedeva sul palco. Così quando il mio vicino a petto nudo con cappellino da baseball fluo e occhiali a specchio mi ha detto : “questo è più bravo (Mills), pompa di più di quello di prima (i Moderat)” per poi dedicarsi ad una rissetta per una sigaretta non data, ho capito che la strada verso l’Autenthic Club Culture qui in Salento è roba lunga, molto lunga.
Perciò, in bocca al lupo al Crime Fest.