MIDNIGHT IN PARIS – l’incantevole omaggio di Woody Allen alla Ville Lumiere

L’esplorazione europea di Woody Allen ha regalato negli ultimi dieci anni film di ottimo valore e l’uno completamente diverso dall’altro, portando al genio newyorkese nuova linfa utile anche per tornare al suo cinema classico rappresentato da Basta che funzioni. Dopo aver fotografato Londra e Barcellona attraverso noir, thriller psicologico, dramma sentimentale e comicità pura il regista “zelig” è giunto a Parigi per girare un vero e proprio atto d’amore alla Ville Lumiere. Midnight in Paris ha la magia del cinema e il fascino della scrittura spumeggiante di Woody Allen: il prologo che mostra le immagini delle incantevoli strade e piazze parigine ricorda l’introduzione di Manhattan , e la narrazione che parte spedita sul battibecco tra la coppia protagonista che farà da leit-motiv della pellicola non perde mai di intensità attraendo sempre più per l’incredibilità della storia. Una storia romantica-comica-malinconica, la vicenda di un uomo che si appresta a sposare la sua fidanzata ma una volta a Parigi capisce di essere insoddisfatto della vita vissuta fino ad allora, e l’amore per la città in cui si trova unita all’insofferenza per la propria condizione lo portano a vivere ad ogni mezzanotte l’illusione di poter essere catapultato nel periodo storico che ha sempre immaginato ideale per sé stesso, gli anni ’20. Lo sceneggiatore deluso che sogna di diventare scrittore vive le sue notti parigine al fianco di Francis Scott Fitzgerald, Hemingway, Cole Porter, Pablo Picasso, Gertrude Stein, Luis Bunuel, Salvador Dalì e grazie al viaggio nell’immaginifico passato troverà coraggio e consapevolezza per decidere del proprio futuro.

I tratti onirici di Midnight in Paris hanno il marchio del realismo sarcastico di Allen che non scinde mai la sua direzione tecnica dalla pungente sceneggiatura: altro pregio innegabile del regista è la capacità di esaltare attori che non sempre avevano dimostrato in carriera potenzialità così sorprendenti come nei suoi film, e stavolta tocca a Owen Wilson giovarsi della regia-scrittura di Woody Allen, vestendo in modo eccellente i panni del protagonista e tenendo le redini dell’intera storia essendo sempre in scena e con tratti e tempi recitativi lontani anni luce dalle performances all’ombra di Ben Stiller o nei ripetitivi e scialbi blockbuster americani. Ad accompagnare Wilson un cast importante (Kathy Bates, Adrien Brody, Marion Cotillard, Michael Sheen, Rachel McAdams, per la prima volta sullo schermo la premiere dame Carla Bruni) all’altezza di una commedia al di sopra della media della maggior parte dei prodotti della cinematografia contemporanea…risultato quasi sempre scontato quando si parla di un film di Woody Allen.

 

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