How it’s MENT to be | MENT Lubiana 2023

Negli ultimi anni il MENT si è svolto in stagioni sempre diverse. Se l’anno scorso si è tenuto a Giugno, l’edizione 2023 ha preso vita negli ultimi giorni di Marzo. Per chi lo frequenta da qualche tempo, Lubiana a Febbraio è comunque piacevole da visitare e mai troppo fredda. La capitale slovena sta diventando lentamente un punto di riferimento per la scena artistica culturale dei balcani, e comincia a far incuriosire anche appassionati da musica, bands e operatori del settore di paesi vicini come Germania, Slovacchia, Czechia e Italia.

 

Foto Tina Stariha

 

La nona edizione ha visto all’opera ben 76 artisti, provenienti da 20 nazioni diverse e con un pubblico che ha raggiunto i 6.000 visitatori, con i numeri che svelano una forte presenza di locals ma una percentuale estera in aumento (Serbia, Austria, Croazia e appunto, Italia).  Per avere un’idea di come siamo in un posto di confine e passaggio, tra i Balcani e Vienna: Lubiana è la più nordica tra le capitali dell’ex-Jugoslavia, ed il MENT un momento di ritrovo per molti, da Lubiana fino alla Macedonia. Poi, volendo fare risatina veloce sull’aria che tira nell’Est Europa, date un’occhio a depressedeasterneurope, ma solo per capire che a Lubiana, l’aria, è parecchio diversa. Anche se in inverno, trovarsi a un live dei bielorussi Molchat Doma, a Lubiana, sembra di stare molto ma molto più a est, questo il bello.

 

 

Il primo giorno è per le presentazioni e un’occhiata al programma di live e conferenze. I live sono essenzialmente programmati tra il Kino Šiška (15 minuti dal centro) ed il Metelkova, che è nel cuore della città. Arriviamo in anticipo ad assistere allo show degli Etceteral, paladini di casa che da poco hanno firmato per la stilosa Glitterbeat Records, e che spaziano tra sperimentazioni kraut ed una solida base di ritmica jazz. Suonano al Kino Katedrala, la sala concerti al primo piano del Kino Šiška, con una performance accompagnata dai visuals di Lina Rica, terzo membro della band. Nella scaletta della serata ci sono solo atri tre nomi. Tra questi, in molti attendono i francesi La Femme, mentre incuriosiscono i lituani Planeta Polar, che aprono ai lettoni Perestroika al Kino Comuna.

Giovedì 30 Marzo si apre la parte dedicata alle conferenze, alla quale hanno partecipato 700 professionisti della musica stranieri e locali (organizzatori di festival, gestori di locali, editori, agenti musicali, manager, rappresentanti di agenzie di promozione, media e altri delegati professionali) provenienti da 31 Paesi. Il focus di quest’anno è proprio sui Paesi Baltici, ma ci sono anche dei seminari specifici come Music for Advertising, oltre alle reception organizzate dai Music Export di Austria, Croazia e Slovacchia. Il piano del giorno è non perdersi i Wu-Lu, quindi cenare presto, secondo orario locale. Bene, il concerto dei britannici è stato divertente, trascinante e spaziale, forse il migliore del festival, anche se è solo il terzo o quarto in scaletta. Ripeto, spaziale.

 

Foto Andraz Fijavz Bacovnik

 

Dal Kino subito al Metelkova, una zona in centro con almeno 6-7 bar clubs a pochi passi uno dall’altro, e con un paio già segnati in rosso per l’occasione, visto il prezzo delle birre. Il Gala Hala, oltre al nome di cui ignoro il significato ma che suona davvero niente male, a metà serata vede salire sul palco gli olandesi Global Charming. Sembrano fatti apposta per chi adora Talking Heads, Squid o Yard Act, anche se dopo il primo quarto d’ora i pezzi cominciano ad assomigliare uno all’altro, forse troppo. A seguire l’esibizione onirica al Klub Gromka della lettone Elizabete Balčus, con una forte estetica visiva che attinge al surrealismo moderno, alla moda contemporanea e alle immagini geometriche. Gli sloveni Lelee (al Gala Hala) portano energia punk alla serata, seguiti poi dai francesi Unschooling sullo stesso palco. Le bands sono davvero tante, ci segnalano i Pliè,(post-punk dalla Lituana), ma siamo soddisfatti con la nostra chiusura personale affidata a Daykoda, che suona al Channel Zero davanti a parecchie persone, ed ai britannici O., duo sax baritono e batteria. Al rientro però, tornano in mente le chitarre dei Global Charming, rivedo il loro live at 3Voor Radio, e li rivaluto molto.

 

Foto Matjaz Rust

 

 

Nella mattinata di Venerdì ci sono gli altri incontri con promoters serbi e slovacchi, un’ottima intervista fatta dagli organizzatori a Christof Ellinghaus della City Slang, e ancora altri panels interessanti tra i quali Where Are We Now? Web3 and Decentralised Organising for Creative Communities. I ragazzi dello Sharpe festivals mettono in piedi pure un torneo di biliardino, con il trilocolore difeso dai ragazzi di Sonic Puglia (aka me e l’amico Cesare). Il Kino Šiška è sempre il punto di ritrovo per tutti, a tutte le ore e sempre con un’aria rilassata anche quando è stracolmo. In serata riparto con i cechi Floex Ensemble, guidati dal compositore Tomáš Dvořák. Alle 21 passate c’è solo un ritrovo per tutti, ed è il Metelkova. Anche se piove parecchio, prima di arrivarci faccio un salto veloce allo Stara Mestna Elektrarna, un posto che consiglio a prescindere. Sul palco c’è Jausmè, con il suo tradizionale kanklė a 29 corde e la sua voce ammaliante, ha già messo a posto la serata.

 

 

Zouij è forse, tra le versioni più interessanti di pop elettronico, che ci sono in giro al momento. Con un album uscito per City Slang e l’ultimo singolo scritto e cantato assieme alla cantante slovena Sahareya, potete immaginare quanto il suo live fosse atteso. Fortunatamente c’è tempo per godersi qualche pezzo del producer austro-nipponico Kenji Araki: se dopo aver ascoltato Zouij avete bisogno di qualcosa di più elettronico e sperimentale, ecco lui fa al caso vostro. I pugliesi Lazzaretto suonano al Klub Gromka, lasciando intravedere uno stile personale profondo e variegato, con potenzialità live in via di espansione.

 

Foto Marcel Obal

 

Si è capito che il Gala Hala è il club per gusti indie-pop, ma la fila per gli irlandesi Just Mustard è esagerata considerando la pioggia ineffabile. Al Channel Zero che è accanto sul palco c’è manna, poi torno al Gala per gli Psychotic Monks, ma fila e pioggia mi consigliano di ripiegare velocemente sul duo estone Ajukaja & Mart Avi. Ho la sensazione che in tutti questi posti, si possa stare allegramente anche per una birra e due chiacchere, sono davvero belli e pieni di vita. Il K4 si trova fuori dal Metelkova, in centro città, in una piazzetta spesso piena di adolescenti e pochissimi turisti. Qui la direzione artistica del festival ha deciso per chi vuole chiudere con elettronica, IDM, dance. L’impianto audio è da godere solo, e Capibara ha deciso di metterlo alla prova. A lui è affidata l’apertura prima degli sloveni Rotor Motor e Moska, ed il producer romano (fondatore della White Forest Records) mette sul piatto un set colorato e bass-oriented, saggiamente in bilico tra le influenze acid-pop e i momenti progressive. Ergo, chi viene con noi l’anno prossimo?

 

Foto Masa Gojic
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