Avete mai vissuto un’estate che sembrava non finire mai, ma che alla fine vi ha lasciato con una sensazione di stanchezza e incompiutezza? L’estate spietata di Matteo Bonechi non è l’album che celebra il sole e il mare, ma esplora il lato nascosto della stagione estiva, fatto di solitudine, frustrazione e attese che si prolungano all’infinito.
A differenza dei suoi precedenti lavori, L’estate spietata si distingue per un approccio minimalista, registrato in soli tre giorni con basso, batteria, chitarra e pianoforte allo Studio Volta Recordings da Simone Fedi. L’album, intimo e naturale, esplora le contraddizioni e le fragilità dell’animo umano.
Ogni canzone rappresenta un lato diverso dell’estate. In Ero invisibile, Bonechi racconta con ironia la frustrazione di un pomeriggio che scivola via senza lasciare traccia. Se mi versi un Campari mescola la routine con un’atmosfera surreale, mentre L’assedio descrive un’estate soffocante, fatta di desideri di fuga mai soddisfatti. Satelliti rari chiude il disco con una riflessione sulla solitudine che l’intensità dell’estate porta alla luce.
L’estate spietata non racconta la leggerezza dell’estate, ma ne esplora i lati più complessi e contraddittori, invitando a riflettere su come la gioia possa coesistere con la sofferenza. La musica di Bonechi, essenziale e riflessiva, parla di emozioni universali, di una bellezza tanto irresistibile quanto dolorosa.
Durante l’ascolto mi sono venuti in mente due cantautori di altri tempi: Piero Ciampi e Fred Buscaglione. Il primo, con la sua voce intensa e malinconica, sapeva dipingere con potenza momenti di solitudine e disillusione, mentre il secondo, poliedrico ed esplosivo, ha creato un immaginario unico, fatto di fascino e mistero. Bonechi, pur nel suo stile contemporaneo, riesce a evocare quell’atmosfera rétro, quel sentimento di ineluttabilità che ritroviamo nelle canzoni di un’epoca passata.
In questo periodo dell’anno, con la primavera alle porte, c’è una crescente voglia di novità, come se uscissimo da un letargo invernale e ci risvegliassimo alla ricerca di stimoli freschi. È il momento ideale per scoprire nuovi artisti e sonorità. Con eventi come il Festival di Sanremo, la musica diventa protagonista del dibattito nazionale, mettendo in luce nuove voci e progetti destinati a segnare i mesi a venire. L’estate spietata ne è un esempio, dimostrando come anche temi introspettivi e complessi possano emergere in un periodo di attesa e trasformazione.
In questo senso il terzo album di Matteo Bonechi ci invita a guardare oltre la superficie, a riflettere su come le stagioni e le emozioni possano essere più complicate di quanto appaiano.