Per parte della redazione de L’indiependente la musica di Mark Lanegan è un’ispirazione imprescindibile. Il giovane ribelle degli Screeming Trees che ha attraversato la grande epopea del grunge, ha flirtato con la musica elettronica, ha reinterpretato grandi classici del passato, ha incantevolmente duettato con belle voci femminili come quella di Isobel Campbell, con gli anni non ha mai perduto ispirazione e voglia di mettersi in gioco. Abbiamo raggiunto Mark Lanegan al telefono in una giornata di primavera per un’intervista, e quello che viene fuori è il suo incondizionato amore per la musica, la devozione profonda di un’artista con un’immensa discografia. Per noi che tendiamo spesso a riascoltare ancora i suoi vecchi dischi, come quel Whiskey for the Holy Ghost del 1994, e che ogni tanto mettiamo su ancora i Mad Season, la voce di Mark Lanegan è una culla rovente che fa da colonna sonora alle nostre giornate. Ritrovarla al telefono così com’è, rauca, profonda e fendente, è un piacere.
“Come sono cambiato rispetto ai Novanta? Sono diventato più vecchio, gli anni sono passati e non sono più lo stesso di quando avevo 20 anni (ride)”. Sappiamo cosa ci aspetta intervistando Mark Lanegan, non certo lunghe conversazioni. La sua voce è calma, molto spesso ride mentre si racconta, e con una carriera così non ha bisogno neanche di domande (e noi poco avremmo bisogno di risposte diverse da quelle che troviamo nelle sue canzoni). Ma ci sono dei punti focali nelle parole di Lanegan, per esempio quel vezzo di aprire sempre le sue risposte con un “well”. Ogni risposta di Mark parte da lì, da un well. Ma quello che veramente colpisce dell’uomo e della sensibilità del musicista Mark Lanegan, resta il grande amore per la musica che butta fuori nei suoi dischi e arriva fino a contagiare tutti noi. Un vero e puro musicista.
Il nuovo album di Mark Lanegan, Gargoyle, uscirà il prossimo 28 Aprile, il singolo che lo anticipa – Nocturne – sembra avere una sonorità vagamente dark. Qualunque sia il genere di album che dobbiamo aspettarci, possiamo già dire con certezza che sarà uno dei dischi che avrà il merito di riscaldare questa primavera, perché Mark ci sa davvero fare con la musica. “Non posso ancora descriverti che tipo di disco sarà in realtà, mi dispiace”, Mark Lanegan non è decisamente il genere di musicista che ci tiene a fare promozione e raccontarci Gargoyle in anteprima, e questa attitudine ci piace.
In questo nuovo album ritroviamo alcuni dei tuoi storici collaboratori: Josh Homme, Greg Dulli, Duke Garwood. Hanno portato una certa influenza sul disco?
Well, sai, i ragazzi hanno decisamente portato il loro contributo. Greg per esempio lo troviamo in un paio di pezzi, suona la chitarra in una canzone, Josh canta, oppure troviamo la chitarra di Duke nel disco. Insomma, di base loro fanno esattamente quello che sanno fare e sempre hanno fatto. Sono davvero felice che abbiano preso parte a questo disco.
Recentemente abbiamo intervistato proprio Duke Garwood, dice che siete soul brothers. Sei d’accordo?
Assolutamente. Io e Duke siamo come i due lati della stessa moneta.
Mark Lanegan ha una carriera ricca di grandi collaborazioni. Non solo i sovracitati Josh Homme dei Queens of the Stone Age, Greg Dulli degli Afghan Wigs e Twilight Singers, o quel Duke Garwood con cui ha dato alle stampe il disco Black Pudding. C’è stata l’esperienza Mad Season, per esempio, il supergruppo grunge con Layne Stayle degli Alice in Chains e pezzi di Pearl Jam e Screeming Trees. Oppure la collaborazione pazza con i Soulsavers, i due produttori inglesi di musica elettronica che hanno definito Lanegan “un’anima gemella”. E persino gli italiani Afterhours, con cui ha cantato una cover di Pelle in occasione dell’anniversario del disco Hai paura del buio?
C’è qualche band ancora con cui ti piacerebbe collaborare?
Oh si che ci sono! Ci sono un sacco di band con le quali mi piacerebbe collaborare e fare della musica! Sai quanto amo la musica e mi diverta, ti assicuro che ce ne sono davvero un sacco!
Sembra ti piaccia collaborare con voci femminili, pensiamo ai dischi con Isobel Campbell. Pensi che una voce femminile possa accompagnare bene la tua?
Beh, sai, accade qualcosa quando canti insieme a qualcuno. E io sono sempre stato un grande fan della musica con duetto maschile e femminile, mi piace come si mescolano le voci. Ci sono sicuramente altre artiste con le quali mi piacerebbe duettare, anche in unplugged.
Il tuo background musicale comincia in epoca grunge, ma poi hai mostrato anche confidenza con la musica elettronica, basti pensare alle collaborazioni con Moby e Soulsavers. Cos’è l’elettronica per Mark Lanegan?
Beh, sai, ho sempre creato la mia musica da solo, cercando di godere di quelli che erano i risultati che venivano fuori, provando a divertirmi con tutti gli elementi e gli strumenti che fanno della musica una cosa divertente, qualcosa di reale. Cerco di fare con la musica tutto quello che può soddisfarmi e piacermi. Già.. così ho preso confidenza anche con l’elettronica, ma proprio perché è anche quella un tipo di musica che mi piace ascoltare.
Un altro capitolo della tua vita sono le Desert Sessions, che tipo di scenario era quello del Rancho de la Luna? Ti manca quel periodo?
Sai, questa domanda è interessante. Sì, mi sono divertito a far parte di quel momento, di quella scena, e mi sono divertito a crescere nel Rancho. È un posto speciale, veramente speciale. Sono sicuro che sarebbe bello rivivere un periodo del genere.
Ti sei divertito a cantare in italiano, o hai preferito in francese?
(ride) Devo ammettere che cantare in italiano è stato veramente divertente, molto più che in francese, con cui ho inciso qualcosa. (ride) Un’esperienza davvero divertente cantare in italiano.
Mark Lanegan è anche un grande interprete di cover, come hai dimostrato in Imitations. C’è differenza tra creare musica e reinterpretarla?
Naturalmente c’è sempre qualcosa di molto soddisfacente nello scrivere e registrare canzoni che sono veramente tue. Ma c’è qualcosa nel sentire le canzoni degli altri che io amo, qualcosa di altrettanto soddisfacente nell’ascoltare quelle che sono grandi registrazioni. Sai.. non so dirti il perché, ma io trovo un grandioso piacere e una pura – davvero pura – soddisfazione quando sento le canzoni degli altri. E rifarle mi piace, mi dà quella soddisfazione che cerco.
Non ci sono tanti musicisti con una discografia ricca come la tua, eppure come trovi ancora ispirazione?
Guarda, soprattutto grazie al mio amore per la musica, e poi collaborare con tante persone eccellenti che mi hanno mostrato il loro punto di vista, anche differente dal mio a volte. Ma prima di tutto c’è il mio grande amore per la musica. Ecco – è questo.
Come ascolta musica Mark Lanegan? Ha un supporto preferito?
Ah well, ascolto ancora molto i vinili, a casa mia ne ho tanti, ma naturalmente ho un sacco di musica sul mio laptop e sul mio telefono. Quindi ti direi che mi piace ascoltare musica, sia con tutti i supporti tradizionali che con quelli non tradizionali.
Presto sarai anche in tour, con qualche data italiana. Trovi delle differenze tra i tour all’epoca degli Screeming Trees e quelli di oggi?
Sai, sono sicuro che la gente verrà o non verrà allo stesso modo di come accadeva a quei tempi, quindi è più o meno sempre la stessa cosa.
Hai vissuto quella che possiamo chiamare l’ultima delle grandi rivoluzioni rock’n’roll, l’era del grunge. Com’è sopravvivere a quell’epoca?
Già, qualcuno l’ha dimenticato… Io faccio musica dagli anni Ottanta, precisamente dal 1984, e sì, sono sopravvissuto agli anni ’90. Sai cosa voglio dire?! (ride) Sono davvero felice di essere ancora qui.
Tu sei decisamente un uomo e un musicista dall’attitudine rock’n’roll. Come hai vissuto la scomparsa di Chuck Berry, è stato importante per te?
Well, sì, sicuramente! Chuck Berry è uno di quei ragazzi che hanno inventato il rock, uno dei primi poeti rock’n’roll, il suo stile era completamente originale. E sì, è così triste che se ne sia andato.
Inoltre hai quest’attitudine da bad cowboy, ma vorremmo sapere qualcosa di inaspettato su Mark Lanegan. Per esempio, cucini, stiri?
Beh sai, mi diverte cucinare (ride). Ma sai, mi piace fare cose ordinarie, prendermi cura dei miei animali, uscire con gli amici, andare al cinema, cucinare piatti.. (ride) sai, questo genere di cose.
Fai un saluto ai nostri lettori italiani alla Mark Lanegan way.
Beh, direi: Ciao, mi sono divertito a venire in Italia sin dagli anni Novanta, è uno dei posti che amo di più devo dire. Amo la passione degli italiani. Great people, great country!
a cura di Giovanna Taverni e Seppino Di Trana