Letizia Cesarini, in arte Maria Antonietta, cantautrice pesarese, che mixa un’anima vintage e punk insieme, apprezzata dai fan per i suoi testi e la sua grinta, sta per tornare con un nuovo album. Intanto, è in giro per un reading di poesie di Sylvia Plath, Cristina Campo, Emily Dickinson, Fernanda Romagnoli, Wislawa Szymborska e Marina Cvetaeva, alternando le letture a pezzi live in acustica. Una volta Letizia, citando Etty Hillesum, ha scritto sulla sua pagina Facebook: “A volte vorrei rifugiarmi con tutto quel che ho dentro in un paio di parole. Ma non esistono ancora parole che mi vogliano ospitare“. E proprio per saperne di più sul suo rapporto con le parole e conoscere qualche dettaglio in più sul suo ultimo progetto, l’abbiamo contattata per un’intervista.
Letizia, porti in giro, attraverso le poesie, quelle che chiami le tue sorelle spirituali. Come ti è venuta l’idea?
Ho pensato che fosse giusto sdebitarmi. In fondo nessuno è quello che è solo grazie alle proprie risorse interiori, alla propria intelligenza e alla propria creatività e io che negli anni mi sono riempita la testa di questi versi mi sono alimentata di una serie di mondi interiori incredibili e potenti. Come potevo non rendere omaggio a chi alimenta la mia creatività? E come avrei potuto non cercare di condividere con gli altri qualcosa che reputo bellissimo, sarebbe stato scorretto da parte mia non farlo… Un gesto di egoismo, e provo a tenere a freno il mio egoismo ogni giorno.
Perché hai scelto loro?
Sylvia Plath è un’amica da sempre e così Emily Dickinson. La Cvetaeva è una conoscenza più recente, Fernanda Romagnoli una scoperta bruciante dell’anno scorso. Cristina Campo è un essere che sento molto simile a me per tanti aspetti. Ho scelto di fatto le mie autrici del cuore, quelle che mi avevano fatto compagnia. Soltanto dopo, come dall’esterno, mi sono resa conto che tutte queste figure erano simili nella loro volontà di tenersi in disparte. Ben dentro al mondo ma al margine di logiche e strategie editoriali o di mercato, sempre o spesso in disparte. Alcune in maniera suicida, altre con un approccio mistico. Alcune in misura più radicale, altre meno. Sono anche tutte accomunate da un grande senso dell’ironia, e nessuna di loro risulta troppo simpatica in fin dei conti. Ecco forse in fondo con questo reading vorrei rivendicare il diritto ad essere antipatiche, il diritto a potersene stare in disparte e ad essere comunque creative, vitali e ironiche.
Chi ti segue sa che Sylvia Plath è una specie di ossessione per te. Dici che ti ha sconvolta anni fa. Come ti ha attraversata?
Quando ero adolescente e alla ricerca di un’eroina, con Giovanna D’Arco è arrivata anche Sylvia Plath. Mi assomigliava così tanto, col suo demone che le sibilava all’orecchio che le sue parole non erano all’altezza. Con la sua ossessione per la perfezione, con le sue insicurezze e le sue feroci sicurezze. Con questa costante oscillazione tra la più totale disillusione, l’entusiasmo di una vita brillante e la constatazione amara e ironica della realtà. Leggere i suoi Diari è un’esperienza fortissima, almeno per me lo è stata. Penso che sia fondamentale per ogni ragazza (e per ogni ragazzo ovviamente) costruire la propria genealogia spirituale, una catena di antenate che ti aiutino a costruire la tua identità e la tua forza, che ti facciano sentire meno sola. E Sylvia è stata la mia prima amica del passato.
Qual è la poesia, anche non della Plath, che rileggi più spesso e che vuoi condividere con noi?
Al momento questa di Emily Dickinson è tra le mie preferite: Sei tu la cosa che volevo?/Vattene – i miei denti sono cresciuti/Sazia un palato più piccolo/che non ha sofferto la fame così a lungo -/Sappi che mentre aspettavo/il mistero del cibo/crebbe tanto che lo rifiutai/e ceno senza – come Dio –
Che lettrice sei? Cosa stai leggendo in questo periodo?
Sono totalmente compulsiva. Adoro i libri e penso che potrei spendere tutto quello che possiedo in libri, sono pericolosa. Al momento sto leggendo molta poesia: Il Tredicesimo invitato di Fernanda Romagnoli, La Tigre Assenza della Campo. Poi l’epistolario della Campo, Lettere a Mita. Sono anche un’appassionata di storia e non manca mai il saggio, ora sto leggendo I pidocchi e il granduca di Cipolla, un libro curioso sull’epidemia di tifo di Firenze del 1621. Se non si fosse capito sono una ragazza pesante (e pensante).
Hai mai scritto poesie?
Ne sto scrivendo una al giorno da circa tre mesi! Oltre al piacere di cimentarmi in una cosa nuova, per ora totalmente privata e domestica, è anche un esperimento di creatività. Rileggendo i Diari della Plath ho riflettuto sul fatto che l’ispirazione ha un suo cinquanta per cento ma la fatica e la disciplina un altro cinquanta. Sylvia tutti i giorni si metteva alla scrivania con un grande senso della disciplina, con grande sforzo e con grande tenacia anche quando non aveva la cosiddetta ispirazione. Così tutti i giorni volente o nolente scrivo una poesia. Alcuni giorni il risultato è debole, altre invece succede qualcosa di inaspettato. Del resto le altezze si raggiungono solo con un lavoro quotidiano su se stessi e con molta severità.
Pensi che le parole altrui possano scalfire, a poco a poco fino a mutarli, i nostri pensieri?
Io ne sono la prova vivente. Per fortuna sì, possono metterci in dubbio e farci ricredere e anche alimentarci. Possono scalfire e anche demolire e a volte si demolisce a fin di bene per costruire meglio. Se le parole non potessero scalfirci saremmo Dio, ma a questo non sono ancora pronta.
Le date e i luoghi per incontrare Maria Antonietta e le sue sorelle spirituali:
08-07-2017 PARATICO (BS) – Albori Festival / La Tempesta sul Lago
17-07-2017 PRATO – Dieci/Ottavi Garden Bar
19-07-2017 ROMA – Giardino del Monk
22-07-2017 RIMINI – Parco Poesia Festival @ Arco di Augusto
02-08-2017 TERLIZZI (BA) – Chiù Festival @ MAT